Saronno (Varese), 6 novembre 2024 – Per i saronnesi tutto è iniziato il 3 gennaio 2022 quando un elicottero della polizia ha sorvolato insistentemente il quartiere Prealpi mentre diverse pattuglie arrivavano a sirene spiegate davanti a un’elegante villa con piscina. Così è emersa per la prima volta l’indagine che ora dopo due anni mezzo è stata chiusa.
La vicenda riguarda 23 soggetti responsabili di aver accaparrato ingenti guadagni truffando lo Stato tramite un indebito uso del bonus facciata tra cui un imprenditore saronnese. L’entità della frode, accertata dalla direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Varese, risulta ammontare, per il solo 2021, a circa 7 milioni di euro.
Gli accertamenti della Squadra Mobile della Questura di Varese hanno evidenziato come le società facenti capo all’imprenditore saronnese e a quelli che sono considerati i suoi prestanome attestavano come eseguite e terminate le lavorazioni appaltate dai committenti quando, in alcuni casi, non veniva predisposto il relativo cantiere né richiesta la Scia. Ma non solo.
L’imprenditore dichiarava di risiedere in un umile locale interrato in una palazzina alle porte di Saronno che però era disabitata. In realtà lui aveva un tenore di vita elevatissimo. Dall’analisi dei flussi finanziari emergeva che pur avendo imponenti debiti nei confronti del Fisco era solito vivere nel lusso, facendo shopping del quadrilatero della moda, mangiando in ristoranti stellati e villeggiando in costose località turistiche.
La confisca
Il 3 gennaio 2022 era stato eseguito il provvedimento richiesto dal Questore di Varese di sequestro propedeutico alla confisca disposto dal Tribunale di Milano. Il sequestro preventivo aveva interessato 72 fabbricati, 22 terreni, 3 autovetture, 2 delle quali di alta gamma, 4 autocarri, più di 20 orologi di alto pregio, numerosi gioielli e 65mila euro in contanti. La stima dell’intero patrimonio è stato valutato, superiore ai 15 milioni di euro.
Lo scorso 12 settembre, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dall’imprenditore dopo che già la Corte di Appello di Milano l’11 gennaio 2024 aveva confermato il decreto di confisca di primo grado. La Suprema Corte ha chiuso definitivamente la vicenda, rendendo irrevocabile la confisca. L’intero patrimonio verrà dunque acquisito dall’erario.