
di Rosella Formenti
Con la seconda ondata di contagi da Covid 19 l’inceneritore Accam, come già era accaduto in primavera in piena pandemia, è strategico per lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e sanitari provenienti da tutta la Regione. È l’impianto più importante, in grado di smaltire il doppio rispetto agli altri due centri autorizzati per lo stesso servizio, quello di Valmadrera e l’altro di Desio. Rifiuti che rispetto alla prima ondata sono aumentati, la conferma negli scarti prodotti dell’incremento dei contagi, a livello regionale, rispetto alla primavera. Un dato su tutti, quello del mese di novembre: le linee di incerimento in via Arconate hanno inghiottito 1.657 tonnellate di rifiuti ospedalieri e sanitari, dalle mascherine ai tamponi, dai guanti ai camici monouso, un quantitativo superiore rispetto a marzo, quando le tonnellate smaltite erano state 1.563 e ad aprile, 1510.
Superato il picco dei contagi, anche l’attività in via Arconate è diminuita da maggio, scendendo a giugno a 870 tonnellate smaltite, sempre di scarti provenienti da ospedali, laboratori e ambulatori. A luglio e agosto l’attività ha subito rallentamenti e uno stop delle due linee per manutenzione. Poi a settembre è ripresa con il progressivo incremento dei rifiuti prodotti dalla nuova ondata di contagi fino ad arrivare al dato di novembre, 1.657 tonnellate, quota mai raggiunta prima durante la pandemia. Va ricordato che all’interno dell’area in via Arconate è in funzione un sistema completamente robotizzato che riceve, svuota, pulisce e sanifica i contenitori in cui sono stoccati gli scarti ospedalieri, bidoncini riutilizzabili e quindi di nuovo a disposizione. Gli scarti sanitari, una volta tolti dai contenitori, con l’uso di un carroponte senza che avvenga un contatto con l’esterno, sono invece avviati all’incenerimento da effettuare entro 48 ore dal ricevimento. Un’attività che ancora non decresce tanto che l’inceneritore sarà in funzione anche martedì 8, festa dell’Immacolata.
L’impianto dunque funziona a pieni giri mentre ancora è da decidere il futuro di Accam. Due le ipotesi: il salvataggio della società, la cui situazione finanziaria è decisamente critica e il rilancio con la newco e nuovi investimenti, oppure il fallimento e la chiusura totale. Il futuro è nelle mani dei sindaci dei 27 Comuni soci, convocati in assemblea (in streaming) giovedì 17. Non ci saranno delibere da votare: il presidente Angelo Bellora informerà i soci sull’andamento della gestione della società, sulla definizione dei termini per la presentazione del bilancio 2019 e sull’iter della proposta di costituire la newco. Intanto i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio Claudia Cerini e Luigi Genoni chiedono una commissione consiliare d’inchiesta "per fare chiarezza sulla mancata presentazione del bilancio 2019 e sullo stato patrimoniale e amministrativo della società".