MARIA GRAZIA LEPORATI
Cronaca

Primo conflitto mondiale e il fronte interno: solidarietà, cura e impegno civile e umanitario

Tra ospedali improvvisati associazioni benefiche e l’infaticabile attività della maestra “eroe“.

Al momento dello scoppio della guerra Busto Arsizio attraversava un periodo di sviluppo: le industrie tessili erano grandi, produttive e fruttuose; in città erano stati costruiti anche tre edifici scolastici tra il 1903 e il 1911.

Le associazioni di beneficenza promuovevano nuove strutture come l’ospedale. Il benessere economico della città che ha consentito lo svilupparsi di diverse iniziative anche in aiuto e a favore dei soldati impegnati al fronte e delle loro famiglie.

I primi feriti di guerra arrivarono a Busto Arsizio il 15 settembre del 1915 ed erano ben 400, l’ospedale dei feriti di Busto ne arrivò ad ospitare in totale circa 4000. Questi soldati provenivano da diverse regioni italiane, come testimoniato ad esempio da un santino ritrovato in una divisa di un soldato salernitano, ferito e accolto a Busto Arsizio.

Durante la Guerra la maestra Gilda Rossi si impegnò in prima persona ed accettò subito di far parte del “Comitato di preparazione civile”, costituito il 3 maggio 1915 dall’allora sindaco Giacomo Ragazzini. La sua casa divenne una sorta di ufficio di corrispondenza: aiutava le mogli e le madri dei soldati a scrivere o rispondere alle lettere. Quelle visite erano anche un momento di conforto e consiglio.

Il suo impegno fu riconosciuto il 2 agosto 1917 con una medaglia.