
LLaura Ballestra, 50 anni, nuova presidente Aib
Castellanza (Varese) – C’è una persona alla quale esprime gratitudine Laura Ballestra, 50 anni, direttrice della Biblioteca della LIUC - Università Cattaneo di Castellanza e docente nel medesimo ateneo. Ed è un’addetta ai lavori: la bibliotecaria del polo civico di Castellanza, Lidia Maini, ancora in servizio. Sono trascorsi decenni, la passione per i libri è cresciuta e quella bambina curiosa oggi è presidente nazionale dell’Aib, l’Associazione italiana biblioteche.
Presidente, facciamo un salto indietro negli anni: da bambina le piaceva leggere?
«Ero affascinata dalle fiabe, mi piaceva ascoltare le registrazioni nel mangianastri di moda allora, poi ho cominciato a frequentare la biblioteca civica di Castellanza, un mondo meraviglioso: aveva gli scaffali aperti e i libri li avevi davanti agli occhi, questo era un grande vantaggio, poi c’era una guida sapiente, la bibliotecaria, Lidia Maini. Certo allora non potevo prevedere che i libri e le biblioteche sarebbero diventate il mio ambiente professionale».
C’è un libro che può definire quello della vita?
«No, le letture cambiano con le diverse età, i libri cambiano con noi. Penso ai classici, che sono sempre da rileggere perché hanno ogni volta aspetti da scoprire che si rivelano con il trascorrere del tempo, da giovane ne cogli un aspetto, da adulto l’incontro è più profondo e ne cogli altri. Mi è successo ad esempio di recente rileggendo “Jane Eyre“ di Charlotte Brontë. Sono comunque una lettrice curiosa, quindi le mie letture spaziano tra i generi più differenti».
Nell’era dell’intelligenza artificiale, che in fondo altro non è che un super-lettore, come crede sarà il ruolo delle biblioteche e dei bibliotecari? E come si potrà ancora garantire il diritto d’autore?
«Si tratta di problemi aperti ed estremamente complessi, che la professione sta analizzando. Quale sarà l’impatto reale dei sistemi di intelligenza artificiale sulle biblioteche, sui lettori e soprattutto su coloro che scrivono è molto dibattuto non solo nel nostro ambito ma anche nell’intero settore educativo e per molte altre professioni. A mio parere i lettori che vengono in biblioteca continueranno ad apprezzare testi di valore sia letterario sia informativo. È mia opinione che questi strumenti, che sono dei “super-parafrasatori” piuttosto che dei “super lettori”, non impattino direttamente sul diritto d’autore, anche se sicuramente sorgerà una necessità di regolamentazione da parte dei media per un utilizzo diretto di testi generati da questi strumenti».
Quali libri ha sulla scrivania?
«Sono due: di Paolo Bricco “Adriano Olivetti. Storia di un italiano del Novecento“ e di Carlo Rovelli “Buchi bianchi“». Parliamo ora della sua attività professionale: quando ha cominciato ad occuparsi di libri? «All’università. Nel 1998 l’incontro con la LIUC: sono stata per anni responsabile dei servizi al pubblico presso la biblioteca universitaria, di cui dallo scorso anno sono direttrice. Inoltre da 15 anni sono docente di “Information literacy“. Siamo stati pionieri, qui a Castellanza: con questo corso forniamo agli studenti le competenze per imparare a usare fonti di qualità».
Uno dei problemi attuali è quello delle fake news, abbiamo tutti bisogno di acquisire competenze informative, quelle che insegna il suo corso.
«Nella nostra società in continuo cambiamento è fondamentale avere la capacità di selezionare le fonti della nostra conoscenza da cui dipendono le decisioni che siamo portati a prendere. Il tema della information literacy riguarda le notizie e tutte le nostre letture: una lettura non adatta al nostro bisogno o non autorevole quando cerchiamo informazioni per decidere è dannosa».
Presidente com’è lo stato di salute delle biblioteche?
«Dobbiamo fare una distinzione. Quelle civiche sono quasi 8.000 e purtroppo c’è uno squilibrio nella loro diffusione: sono carenti in alcune aree del Sud, mentre c’è bisogno di risorse per la pubblica lettura. Poi ci sono le biblioteche universitarie che promuovono ricerca e quelle scolastiche: ecco, queste sono un problema, perché le scuole fanno fatica a portare avanti l’attività mentre andrebbero sostenute».
Qual è il sogno di Laura Ballestra come presidente Aib?
«Vorrei che anche in futuro si guardasse alle biblioteche come spazi per la conoscenza che aiuta ad acquisire libertà. E soprattutto vorrei che le persone possano imparare a decidere cosa leggere o non leggere in base alla qualità dell’informazione. Se la persona ha le competenze per scegliere cosa leggere, beh, allora è davvero libera».