Perizia “salva“ l’investitore "È difficile comprendere"

Il perito: incapace d’intendere e volere il maghrebino responsabile della morte delle due amiche. Gli amici delle vittime: un’assoluzione sarebbe inaccettabile.

Perizia “salva“ l’investitore  "È difficile comprendere"

Perizia “salva“ l’investitore "È difficile comprendere"

di Christian Sormani

"Non me la sento di puntare il dito, ma è evidente che qualcosa in questa vicenda non è andato come doveva andare e chi doveva controllare forse non lo ha fatto a dovere". Il sindaco di Rescaldina, Gilles Ielo, ricorda commosso la rescaldinese Claudia Turconi, una della due vittime, insieme all’amica Laura Amato, del drammatico incidente avvenuto intorno alle 2.30 della notte tra venerdì e sabato 18 febbraio alla barriera di Milano Ghisolfa all’imbocco dell’A4 per Torino. Claudia, 59 anni, madre di quattro figli, lavorava come operatrice sociosanitaria alla Fondazione Colleoni di Castano Primo. Le due donne erano insieme dopo una serata trascorsa con amici. Poi il tragico destino. Nessuno dei famigliari di Claudia se l’è sentita di commentare la notizia della perizia psichiatrica sul maghrebino responsabile dello schianto (secondo la quale sarebbe totalmente incapace di intendere e volere). "In paese rimangono due figli. Claudia abitava vicino al Comune. Avevo fatto loro le condoglianze quando era successo l’incidente. Oggi si può dire che probabilmente questa persona non doveva girare in auto e forse, visti i gravi problemi psichici non avrebbe dovuto manco avere la patente". Il sindaco poi prosegue: "È comunque difficile vigilare su queste persone, Noi stessi come amministratori pubblici abbiamo diverse segnalazioni in paese di soggetti più o meno con pericolosità sociale, o comunque in situazioni molto particolari. Credetemi: non è facile intervenire in tal senso. C’è un ginepraio anche dal punto di vista di interventi legali e sanitari, di tso e di altro per poter arginare possibili e terribili scenari a posteriori". Su instagram anche l’amica del cuore delle due vittime, Francesca Meloni, qualche giorno fa aveva voluto ricordare con un post Claudia e Laura a tre mesi dall’incidente: "Non ho ancora capito , il mio cuore lo rifiuta. Di una cosa ho la certezza: vi amo".

Non sono invece benevoli i commenti nei confronti del responsabile del tragico tamponamento. "da qualunque punto si guardi questa vicenda – scrive un cittadino di Rescaldina che conosceva bene Claudia – la giustizia italiana fa schifo. Pensare che possa sfuggire alla condanna dopo aver ucciso due persone è una roba abominevole". Rimangono basiti in molti anche a Robecchetto con Induno, il paese di Laura Amato (originaria di Catania), che a Milano lavorava da cinque anni come operatrice socio sanitaria alla clinica pediatrica Melloni, dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco: "Quello che è successo ha un nome, un colpevole. Non vogliamo nemmeno immaginare che si possa non riconoscere questi dati oggettivi. Ci sono due donne, due amiche, una madre, che sono decedute. Il responsabile deve pagare".