
Una sala operatoria (foto di repertorio)
Varese, 2 novembre 2020 - Un nuovo piccolo grande miracolo all'ospedale di Circolo a Varese. E' stato ricostruito e riattaccato un avambraccio a un 79enne, vittima di un grave incidente di caccia, grazie a un intervento di chirurgia, utilizzando una tecnologia robotica altamente innovativa.
Con un'operazione, durata in totale 14 ore, realizzata in due fasi, con il coinvolgimento di un team di sette medici, è stato utilizzato "per la prima volta al mondo - riferiscono da Varese - in un intervento di chirurgia plastica ricostruttiva" un macchinario innovativo comandato dal chirurgo attraverso i movimenti della testa, che muovono il braccio robotico con assoluta precisione, lasciando le mani libere a chi sta operando. Non solo: tramite i visori oculari viene ricostruita un'immagine tridimensionale direttamente negli occhi del chirurgo. Il sofisticato intervento è stato eseguito dall'equipe guidata da Mario Cherubino, direttore della Struttura di Chirurgia della mano e microchirurgia e professore associato di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all'Università dell'Insubria. "L'arto - riferisce Cherubino - era completamente staccato poco sotto il gomito, i proiettili avevano distrutto tutti i vasi e le due ossa che collegano gomito a polso ovvero l'ulna e il radio". Innanzitutto si è "provveduto a riconnettere i vasi sanguigni per evitare la necrosi della mano. Dopo qualche giorno, escluso il pericolo di infezioni e confermata la vitalità della mano reimpiantata, il gruppo dei microchirurghi specialisti in chirurgia plastica e in ortopedia, ha prelevato il perone (osso della gamba non essenziale alla deambulazione), lo ha sezionato e collocato al posto delle due ossa mancanti del braccio. Poi si è proceduto a ricostruire i tessuti muscolari e la pelle con l'utilizzo della cute artificiale".
Un'impresa davvero eccezionale - commenta la nota dell'ospedale - resa possibile non solo dalla perizia del team di chirurghi, ma dal contributo di una nuova macchina chiamata RoboticScope, di fabbricazione austriaca e del costo di 350.000 dollari che l'Asst Sette Laghi ha ottenuto in prova per testarne l'efficacia. "Grazie a questa meraviglia tecnologica - precisa Cherubino - riusciamo a gestire in maniera molto più fluida e veloce l'intervento". "RoboticScope unisce infatti le caratteristiche del classico microscopio da tavolo operatorio a quelle della realtà virtuale riproducendo digitalmente su uno schermo posto davanti al chirurgo la sezione su cui si sta intervenendo. Senza questa apparecchiatura - conclude - non so se l'intervento sarebbe stato possibile, certamente avrebbe comportato un numero di ore molto superiore con conseguente stress per il paziente e per il team operatorio". L'uomo - fanno sapere dall'ospedale - sta bene, è stato dimesso al proprio domicilio e ha riacquistato una discreta funzionalità dell'arto.