
Il cortile dove domenica è avvenuto il delitto Secondo testimoni almeno quattro i colpi di pistola esplosi
Saronno, 31 ottobre 2024 – Tante piste, poche tracce. A dimostrazione della capacità di vivere da “fantasma” dell’albanese quarantenne che si ritiene abbia ucciso Vadym Usaty, il quarantaseienne di origine ucraina senza fissa dimora freddato da due proiettili al torace nella serata di domenica in un cortile di via Varese all’altezza del quartiere Retrostazione.
Sfilza di accuse
Il presunto assassino, identificato poche ore dopo il delitto dalle forze dell’ordine, ha una lunga serie di precedenti che vanno dalla rapina allo spaccio al tentato omicidio, nonostante ciò continuava a vivere d’espedienti spostandosi da un’area dismessa all’altra senza dare nell’occhio. Ma nelle aree che era solito frequentare le ricerche hanno dato esito negativo.
Per questo non si esclude che possa essersi diretto in Svizzera subito dopo il delitto o aver trovato riparo da qualche conoscente in attesa che le acque si calmino e possa tentare un ritorno in Albania. Ipotesi per ora.
La lite e gli spari
Unica certezza è che il delitto non sia un regolamento di conti per chissà quale sgarro, ma la conclusione di una lite iniziata per futili motivi, non si sa se nata proprio nel cortile dove l’ucraino ha trovato la morte e dove l’albanese aveva incontrato dei connazionali o se iniziata poco distante.
Di sicuro i due non si conoscevano, così come è certo che in quel cortile buio perché privo di illuminazione – davanti a una porta chiusa – l’albanese ha sparato diversi colpi “almeno 4”, secondo alcuni testimoni, uccidendo l’ucraino. L’albanese evidentemente girava armato e con ogni probabilità non si è sbarazzato dell’arma. È stato fatto un blitz in uno stabile dismesso a Cairate dove aveva gravitato per qualche tempo ma anche in questo caso non è stato rintracciato. Da qui le ipotesi di una fuga all’estero.
Il commento del sindaco
“Tra le poche certezze – ha commentato martedì in Municipio il sindaco Augusto Airoldi – sembra acclarato che né vittima né assassino facessero parte della comunità di Saronno. Una circostanza che non diminuisce la gravità dell’accaduto anche perché comunque si trovavano in città e proprio qui nel quartiere dietro la stazione (anche se è ancora da valutare se ci sia un legame) è avvenuto il drammatico fatto di sangue”.