
Una manifestazione organizzata dai dipendenti de La Nostra Famiglia
Varese, 14 febbraio 2020 - Le sedi varesine de “La Nostra Famiglia” sono in stato di mobilitazione. Anche i dipendenti dei centri di Castiglione Olona, Cislago e Vedano Olona hanno deciso di aderire all’azione lanciata a livello nazionale da Cgil, Cisl e Uil. Un’iniziativa con cui i sindacati vogliono protestare contro la decisione aziendale di dare disdetta al contratto collettivo nazionale della sanità privata applicato fino ad ora, che è stato sostituito dal contratto relativo alle Rsa.
L’annuncio è giunto il 27 gennaio, con la comunicazione che il cambio sarebbe avvenuto solo 4 giorni più tardi, l’1 febbraio. In provincia di Varese i lavoratori coinvolti sono in totale 132. Sul territorio provinciale la rappresentanza sindacale è affidata alla Fp Cisl dei Laghi, che ha incontrato gli operatori in un’affollata assemblea, da cui è scaturita la decisione di dare il via all’agitazione. «Abbiamo sempre avuto buoni rapporti con l’azienda – spiega Maria Paola Pasquarelli, che segue la sanità privata per la Cisl dei Laghi – ci incontravamo con regolarità e non era mai emerso nessun problema, fino a questo annuncio giunto senza preavviso". Il sindacato contesta il nuovo contratto per le condizioni economiche peggiorative per i dipendenti. I lavoratori dovranno lavorare 38 ore invece di 36, ritrovandosi però una busta paga più leggera a causa di una retribuzione ridotta di circa tre euro in meno all’ora. La Nostra Famiglia opera nell’ambito della cura e della riabilitazione dei minori con disabilità fisiche, sensoriali, cognitive e psichiche, fornendo prestazioni ad alta specializzazione sanitaria. "Stiamo parlando di soggetti molto fragili, le cui famiglie sono preoccupate dalla situazione – spiega Pasquarelli – ma vogliamo assicurare che non ci saranno ripercussioni sulla continuità assistenziale".
Le proteste saranno dunque messe in atto senza interrompere un servizio così importante, ma attraverso altre modalità. All’esterno delle sedi sono apparsi striscioni e bandiere per segnalare la mobilitazione in corso, e tutti gli operatori hanno deciso di indossare un badge che richiama l’articolo 36 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto alla giusta retribuzione. Per i dipendenti, che hanno anche scritto una lettera aperta alla direzione aziendale, il cambio di contratto costituisce una notizia doppiamente amara. "Da 13 anni la sanità privata sta aspettando il rinnovo contrattuale – continua la rappresentante della Cisl – questi lavoratori si sono visti sfilare sotto il naso un aumento molto atteso". Ora si attendono sviluppi: il 19 febbraio ci sarà un incontro tra sindacati e azienda.