Nicolò, sopravvissuto alla strage "A mio padre chiederei il perché"

Madre e sorella uccise da Alessandro Maja: il figlio di 24 anni sarà in aula al processo e si costituirà parte civile

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di Rosella Formenti

Il padre Alessandro Maja, 58 anni, nella notte tra il 3 e 4 maggio 2022 ha ucciso nell’abitazione di Samarate la moglie Stefania Pivetta, 56 anni e la figlia Giulia, 16 anni. Nicolò Maja, 24 anni, il figlio, unico sopravvissuto alla strage familiare, il 13 gennaio prossimo, giorno in cui comincerà il processo alla Corte d’Assise a Busto Arsizio, sarà in aula. "Mi costituirò parte civile"– ha detto ieri in un’intervista al Tgr Lombardia. A suo padre vuole chiedere "una motivazione di ciò che ha fatto, che cosa aveva la nostra vita che per lui non andava bene". Alessandro Maja aveva tentato di uccidere anche Nicolò quella notte, il giovane era stato ricoverato in condizioni disperate all’ospedale di Varese, per settimane tra la vita e la morte, mentre a Samarate l’intera comunità pregava per lui. Alla fine di maggio i primi segnali di ripresa, l’uscita dal coma, l’avvio della riabilitazione, a metà settembre il ritorno a casa, dai nonni materni, a Cassano Magnago, la sua nuova famiglia con cui ricominciare a vivere, a sognare, a guardare al futuro. A metà dicembre l’abbraccio colmo di affetto dei samaratesi in occasione del concerto natalizio a cui era stato invitato dal sindaco di Samarate Enrico Puricelli. Ieri nell’intervista al Tg Lombardia ha ricordato la mamma e la sorella, "sono loro che mi danno forza insieme al sostegno dei miei parenti". Ha parlato anche dei suoi sogni, davanti c’è la vita da ricostruire dopo la tragedia, "trovare un lavoro che mi permetta di mantenermi, assistere a una partita del Palermo, squadra per cui tifo e assistere al Gran Premio di Formula 1". Riguardo ai rapporti con il padre, Nicolò ha rivelato di aver ricevuto da lui alcune lettere ma di non aver mai risposto. "Nell’ultimo periodo – ha ricordato ieri il giovane – aveva molte preoccupazioni in ambito lavorativo ma non si pensava potesse arrivare a una cosa del genere". Il 13 gennaio sarà in aula, a Busto Arsizio, "mi costituirò parte civile" ha detto. Nicolò con forza va avanti, nel cuore il ricordo della mamma e della sorella, gli affetti più cari, nella vita di ogni giorno il sostegno dei nonni materni e dei parenti. E a chi dovesse trovarsi nella sua stessa situazione ha rivolto questo messaggio davanti alle telecamere, "farsi forza e guardare avanti perché è una fortuna essere qui".