CLAUDIO PEROZZO
Cronaca

E' morto Nanni Svampa: "Ci mancherà la sua elegante ironia"/ VIDEO

Il ricordo del Varesotto, seconda "patria" dell'artista

Nanni Svampa durante un’esibizione al teatro di Varese

Nanni Svampa durante un’esibizione al teatro di Varese

Luino, 28 agosto 2017 - «Nanni Svampa ha avuto la capacità di amalgamare la cultura e l’arte milanese con le arie del lago Maggiore». Il cordoglio, e l’orgoglio, della Valtravaglia e di tutto il Varesotto per la scomparsa dell’artista è riassunto bene nelle parole del sindaco di Luino, Andrea Pellicini.

Svampa è morto sabato sera a 79 anni a Varese, nella sua seconda “patria”: residente prima a Sangiano, proprio come l’altro grande della terra varesina Dario Fo, poi per decenni residente a Portovaltravaglia. In gioventù, come raccontava nelle sue molteplici interviste, vi era stata qualche attrazione per Cannero, dove aveva fatto alcune «avventure giovanili» e delle quali spesso si soffermava a raccontare, ma poi Portovaltravaglia aveva avuto la meglio, in quella terra di lago che amava così tanto da scrivere «sono nato sotto il segno dei Pesci ascendente cavedano in carpione» nella sua autobiografia “Scherzi della memoria”. Nato a Milano il 28 febbraio 1938 nell’allora popolare zona di Porta Venezia, era sfollato come tanti, come lo stesso grande artista lavenese Renato Pozzetto, nel Varesotto che in quei tempi vantava una ricca «colonia» di milanesi.

Appassionato e ammirato interprete della canzone d’autore, traducendo Georges Brassens nel classico dialetto milanese, aveva tenuto nella zona anche numerosi spettacoli di intrattenimento come quelli all’inizio del 2000 intitolati “Lo Zio Svampa” sempre con la finalità di restituire al dialetto la dignità culturale che merita il linguaggio secolare della tradizione popolare. Era facile incontrarlo sia a Laveno Mombello, sia a Luino fra la gente. Gli amici nella sua abitazione in Portovaltravaglia li incantava con le sue inedite cantate. «Era una persona intelligente e un grande uomo di spettacolo – ricorda ancora il sindaco di Luino –. Qui si è esibito spesso. Ho nel cuore le canzoni risorgimentali e anarchiche interpretate dai Gufi, da “Addio Lugano Bella” a “Morte a Franz, Viva Oberdan”. Mancherà la sua elegante ironia».