Il grido di Monteviasco: "Senza funivia il paese muore"

Parte la raccolta firme dei commercianti

La funivia di Monteviasco

La funivia di Monteviasco

Curiglia con Monteviasco (Varese), 13 dicembre 2018  - Monteviasco isolata da un mese: «Senza funivia il paese è destinato a morire. Chi può farlo ci restituisca un collegamento fondamentale. Altrimenti tutto il lavoro fatto negli ultimi 50 anni per mantenere Monteviasco viva si rivelerà vano». Residenti e non solo pronti a lanciare una raccolta firme online per chiedere il ripristino della funivia. La piccola quanto splendida frazione di Curiglia è in sofferenza da 30 giorni esatti. Da quando cioè, il 12 novembre, lo storico manutentore dell’impianto, Silvano Dellea, è morto in seguito a un incidente avvenuto mentre stava eseguendo delle riparazioni. L’autorità giudiziaria ha aperto un’indagine eseguendo tutte le verifiche del caso e ha quindi dissequestrato l’impianto di risalita. Tuttavia l’ente di controllo avrebbe rilevato “gravi carenze strutturali e procedurali”. Carenze tali da determinare lo stop della funivia nonostante il dissequestro. Monteviasco è un borgo incantevole raggiungibile, però, soltanto o con la funivia, appunto, oppure a piedi lungo una mulattiera che conta 1.400 gradini. «Quando l’ultimo abitante avrà lasciato Monteviasco, il borgo sarà morto – spiega Giulio Mantovani, che da 40 anni possiede una casa a Monteviasco – Chi di dovere dica cosa c’è che non funziona nella nostra funivia».

Come Mantovani la pensano non soltanto i residenti del borgo, ma anche chi a Monteviasco ha un’attività commerciale. «La funivia è stata rimessa a nuovo tre anni fa – spiega Mantovani – All’epoca furono rilasciati tutti i permessi necessari all’utilizzo dell’impianto. Si sono sbagliati tre anni fa? In ogni caso la funivia è ferma da un mese. Quanto tempo dovrà passare ancora? Due mesi, un anno? Perché a quel punto Monteviasco sarà completamente morta. Disabitata, vuota». E’ inevitabile che, senza un collegamento diretto al paese, oltre alla mulattiera, il borgo si spegnerà. «Sono in sofferenza le attività commerciali», aggiunge Mantovani. I ristoranti, ad esempio, che con la funivia ferma perderanno inevitabilmente un’ampia fascia di clienti. Anziani o famiglie con bambini che vogliono godersi una gita in montagna ma non hanno la possibilità di percorrere a piedi i 1.400 gradini della mulattiera. A Monteviasco c’è un’azienda agricola che si vedrà costretta a vendere il proprio bestiame perché senza funicolare non avrebbe la possibilità di approvvigionare il cibo per gli animali.

La frazione senza funivia è in ginocchio. L’appello è chiaro: «Non lasciate morire il bosco. Chi di dovere dica rapidamente quali sono le gravi carenze strutturali individuate e indichi cosa è necessario fare per rimettere in funzione l’impianto – dicono i residenti – Un impianto che se lasciato fermo a lungo, senza manutenzione e senza essere utilizzato, inevitabilmente si degraderà. E allora davvero bisognerà rifarlo da capo. E il borgo avrà subito un danno irreparabile».