
L’avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Marco Manfrinati
varese, 30 gennaio 2025 – Un esposto scuote il Tribunale. L’avvocato Fabrizio Busignani, difensore di Marco Manfrinati, il 42enne in carcere dal 6 maggio scorso con l’accusa di tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido e dell’omicidio del padre di lei, Fabio Limido, ha segnalato gravi ritardi nell’ottenere il fascicolo digitale di chiusura delle indagini.

La denuncia
Dopo aver già sollevato il problema la scorsa settimana, ottenendo una prima risposta dalla Procura, il legale ha ora formalizzato la denuncia. Busignani ha inviato un documento ufficiale al presidente del Tribunale di Varese, Cesare Tacconi, al presidente della Camera penale, Fabio Margarini, al procuratore capo Antonio Gustapane, al presidente dell’Ordine degli avvocati, Carlo Battipede, ai magistrati Marcello Buffa e Lorenzo Dalla Palma, al presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e al procuratore generale Francesca Nanni. Lo stesso documento sarà trasmesso anche al Ministero della Giustizia.
“Riservata ogni eccezione processuale nella sede competente, segnalo tali gravi circostanze alle Autorità affinché adottino ogni opportuno provvedimento per eliminare le limitazioni al diritto di difesa palesemente sussistenti”, ha dichiarato Busignani.
Fascicolo digitale
Il punto critico riguarda la mancata consegna della password necessaria per il download del fascicolo digitale, nonostante la richiesta fosse stata inoltrata il 20 gennaio scorso.
Dopo aver seguito tutte le procedure previste, incluso il pagamento dei diritti di cancelleria, il difensore ha ricevuto risposte frammentarie e incomplete. Il legale denuncia l’irregolarità della documentazione ricevuta.
Il fascicolo digitale, sostiene, non rispetta il protocollo del Tribunale di Varese e della Procura, risultando disordinato e composto da una serie di cartelle e sotto-cartelle numerate senza criterio identificativo.
La questione, secondo il legale, ha implicazioni di rilievo. Richiamando la sentenza n. 142/2009 della Corte Costituzionale e la Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, il legale sottolinea come il disordine del fascicolo possa costituire una violazione del diritto di difesa, rendendo di fatto inutilizzabili alcuni atti o addirittura invalidando il procedimento.
Il complotto
Da parte sua Marco Manfrinati quando è stato interrogato dal pubblico ministero Claudia Maria Contini, ieri ha assunto un tono accusatorio. Ha sostenuto che il figlio gli fosse stato “rapito” dall’ex moglie e dalla suocera, “in combutta con i loro legali”, e ha parlato di un presunto complotto ai suoi danni.
Non sono mancate invettive contro gli avvocati della parte civile e parole sprezzanti verso gli ex-suoceri. “Essere inferiori con i quali non volevo avere alcun tipo di interlocuzione”, ha dichiarato, dando l’ennesima dimostrazione di un rancore mai sopito.