
Luino, la scientifica sul luogo dell'omicidio di Boris Rezzonico, 57 anni, da parte del maggiore dei due figli adottivi.
Luino – Una tragedia familiare nel cuore di Luino. La cittadina sulla sponda varesina del Lago Maggiore, pronta ad accogliere i turisti, scenario privilegiato dei romanzi del luinese Piero Chiara, l’altra sera si è trovata all’improvviso al centro di un dramma familiare finito nel sangue. La sua tranquillità è stata scossa dal gesto omicida di Francesco Rezzonico, venticinquenne, che ha ucciso con un fendente il padre adottivo, Boris Rezzonico, 57 anni, stimato consulente finanziario con attività a Lugano, dove risiedeva con i figli, dopo la separazione dalla moglie, avvocata che da qualche tempo viveva a Luino, originaria della zona. Il centro cittadino di colpo è stato immerso nel dramma: le urla sulla strada, la colluttazione tra due giovani, testimoni alcuni residenti affacciati alle finestre, mentre in via Vittorio Veneto, davanti alla palazzina in cui si era appena consumato il delitto, arrivavano i carabinieri e i soccorsi con l’ambulanza.
Fatale il fendente al petto

Nessuno poteva immaginare la tragedia che sarebbe stata scoperta poco dopo, quando i carabinieri e i soccorsi sono entrati nell’appartamento: per Boris Rezzonico non c’era più nulla da fare, il fendente al petto era stato fatale. Ancora da chiarire con precisione perché il giovane, che era stato adottato dalla coppia luganese da bambino, come il fratello più piccolo, originario dell’Africa, si sia trasformato nell’assassino del padre, all’improvviso. Sembra che il giovane abbia già vissuto in passato situazioni problematiche, allontanandosi da casa, e manifestasse delle fragilità. Nella giornata di domenica la famiglia si è riunita nell’abitazione della madre a Luino, ma all’ora di cena sarebbe scoppiata una lite tra il giovane e il padre, poi degenerata e finita nel sangue.
Collutazione tra i due fratelli
Il venticinquenne si sarebbe quindi allontanato, con il coltello in mano, inseguito dal fratello per bloccarlo. A notare la scena sono stati alcuni residenti che hanno sentito le urla dalla strada, come riferiva uno di loro: “Ho sentito dei rumori, mi sono affacciato, ho visto due giovani che si picchiavano, uno con un coltello in mano, gli ho gridato, “fermati, fermati“”.
Nel frattempo sono arrivati sul posto i carabinieri, il giovane è stato bloccato dai militari e portato nella caserma dell’Arma a Luino, dove il venticinquenne è stato sottoposto a fermo: è accusato di omicidio volontario pluriaggravato. Le testimonianze della mamma e del fratello, presenti al momento della lite, potranno fornire elementi importanti per chiarire il movente dell’omicidio.