Villaggio delle Lucine, il triste addio di Leggiuno

Dopo sei edizioni, a Natale 2019 le luminarie rimarranno spente nonostante il grande successo dell'evento

Lino Betti all'interno della sua creatura

Lino Betti all'interno della sua creatura

Leggiuno (Varese), 30 luglio 2019 - Dopo sei edizioni le Lucine di Leggiuno rimarranno spente. Il Natale 2019 rimarrà così privo di quello che è diventato negli ultimi anni uno degli eventi più celebri del Varesotto. A dare conferma della fine dell’iniziativa è Lino Betti, artefice della manifestazione. A gennaio aveva fatto molto discutere la chiusura anticipata di una settimana del villaggio luminoso di via Riva. In pochi giorni era stata ampiamente oltrepassata la quota dei centomila visitatori, con una media che superava nettamente il limite dei sette/ottomila accessi giornalieri, con la punta record di ventimila ingressi in un’unica sera, poco prima di Capodanno.

Un afflusso che si era ripercosso inevitabilmente sulla logistica e la viabilità. Il clamore suscitato dall’interruzione dell’evento aveva coinvolto anche il capoluogo bosino, con un emendamento proposto dalla lista Orrigoni per portare le Lucine in città. Palazzo Estense aveva avallato l’ipotesi, ribadendo che avrebbe valutato eventuali progetti solo in caso di partecipazione al bando. Partecipazione che tuttavia non si è mai verificata. «Sono molto dispiaciuto di dover condividere la notizia», commenta Lino Betti.

Il successo delle Lucine di Leggiuno, aggiunge «è andato ben oltre le mie aspettative e sono orgoglioso di aver contribuito a far vivere la magia del Natale ad adulti e bambini negli ultimi sei anni». Sull’epilogo Betti non dà adito a ripensamenti: «Purtroppo sono venute meno le condizioni per garantire la sicurezza delle migliaia di persone che si recavano al borgo illuminato. Varese? Trasferire le Lucine avrebbe comportato lo snaturamento dello spirito, che le ha da sempre accompagnate, ossia quello di un evento basato sull’apporto di volontari. La nostra è un’iniziativa locale, che si è trovata ad avere una risonanza nazionale, tale da travalicare ampiamente i confini cittadini. Essa ha raggiunto in breve tempo una dimensione non più compatibile con il paese e non volendo stravolgere il progetto iniziale spostandolo altrove, si preferisce lasciare un bel ricordo. La mia immensa gratitudine è rivolta ai volontari, ai visitatori e alla comunità leggiunese che ha voluto supportare il progetto negli ultimi anni».