LORENZO CRESPI
Cronaca

Lonate Pozzolo, da roccaforte mafiosa a modello anti-'ndrangheta

Applausi per la testimonianza del sindaco Nadia Rosa nel corso di un convegno sulla criminalità organizzata

Nadia Rosa, prima a sinistra, al convegno sulle mafie organizzato all’Insubria

Lonate Pozzolo (Varese), 8 febbraio 2020 - Una comunità che ha rialzato la testa chiudendo la porta all’illegalità. L’esempio di Lonate Pozzolo è stato al centro di un convegno sul tema delle mafie e dell’usura in Lombardia che si è svolto ieri all’Università dell’Insubria. Tra i relatori dal palco ha portato la sua testimonianza Nadia Rosa, primo cittadino del comune del Basso Varesotto che in questi ultimi anni è stato una zona particolarmente fertile per la criminalità organizzata.

Lo scorso luglio andava in porto l’ennesima maxi operazione contro la ‘ndrangheta, con 28 persone arrestate tra Lonate e dintorni. Ma pochi giorni dopo il paese già reagiva con forza, con una marcia organizzata spontaneamente in pochi giorni dall’amministrazione comunale e dalle associazioni locali. In una calda notte estiva furono in 1.000 a scendere in strada, in una cittadina che conta circa 12mila abitanti. Una risposta importante, il segnale che dimostrava che erano in tanti a volerci mettere la faccia. Un punto di partenza a cui la giunta Rosa ha voluto dare un seguito nei mesi successivi, a partire dalle attività istituzionali. "Abbiamo cercato di portare un cambiamento rispetto agli atteggiamenti e al clima che si respirava prima – ha spiegato il sindaco – puntando sulla massima trasparenza nella gestione amministrativa, facendo in modo che tutte le pratiche vengano gestite in maniera oggettiva e senza canali preferenziali". Dare sempre il buon esempio dunque è stata la strada scelta per lanciare un messaggio a tutti i cittadini. "Abbiamo iniziato ancora prima delle elezioni – sottolinea Nadia Rosa – presentando in anticipo la giunta in modo che non ci fossero dubbi sui voti di scambio". Un altro aspetto su cui ha puntato l’amministrazione è quello del coinvolgimento della popolazione, e la percezione del sindaco è che i lonatesi abbiano colto la volontà di un cambiamento.

"Ma bisogna tenere sempre alta l’attenzione e parlare di questi temi – sottolinea Nadia Rosa – il rischio è quello di diventare indifferenti. Il problema è la zona grigia, ovvero quelle persone che non si rendono conto che stanno collaborando ad azioni illecite. Deve passare l’idea dell’importanza fondamentale del rispetto della legalità". Un percorso che parte dai più giovani, con il progetto della legalità che viene portato avanti nelle scuole cittadine, e che continua con altre iniziative pubbliche. Tra Ferno e Lonate sono stati diversi gli appuntamenti organizzati recentemente per affrontare la tematica. L’esempio di Lonate Pozzolo non è stato l’unico al centro dei lavori della mattinata, un incontro organizzato dall’associazione antiracket e antiusura Sos Italia Libera. "Se non c’è il coraggio della denuncia si è sempre in balia di questi pescecani – ha commentato il presidente Paolo Bocedi – nel Varesotto ci sono organizzazioni criminali ben radicate, un virus che porta alla distruzione". Il tavolo ha visto anche la presenza dell’assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato - che ha ricordato "i tredici centri per la promozione alla legalità creati in Lombardia" - e della presidente della Commissione antimafia della Lombardia Monica Forte. In prima fila il prefetto e le forze dell’ordine. Obiettivo lanciare un messaggio alle vittime: le istituzioni ci sono e fanno la loro parte.