VALENTINA RIGANO
Cronaca

Vergiate, l’angolo privé è a luci rosse: chiuso il locale “per uomini”

Ai domiciliari il gestore, accusato anche di lesioni

L'operazione Dirty dancing dei carabinieri di Gallarate

Vergiate (Varese), 12 maggio 2017 - Musica, bottiglie di champagne e un “servizio dedicato alla persona”. Era il menu del Club privato Mambo di Vergiate, a cui è stata sospesa l’attività su decreto della questura di Varese, a seguito di un’indagine dei carabinieri di Gallarate per prostituzione. Le ballerine del locale, su espressa richiesta dei clienti, elargivano nel privè anche prestazioni sessuali a pagamento.

È un anno fa che le indagini sono partite a caccia di conferme su quanto avveniva in uno dei più rinomati club “per uomini” della provincia. A portare i carabinieri tra muri in cartongesso e alcove messe insieme con divanetti, a dispetto delle più basilari norme igieniche, è stata la denuncia di una delle dipendenti del locale. Ballerina ingaggiata tramite internet, come tutte le altre, la ragazza ha raccontato ai militari di aver accettato il lavoro convinta di dover solo indossare costumi succinti e agitarsi con fare ammiccante per far acquistare più bevande ai clienti, sulle cui consumazioni le era stata promessa una percentuale. Peccato però che, una volta al lavoro, secondo la sua denuncia, sarebbe stata costretta a intrattenere rapporti sessuali con un cliente, senza per altro essere stata pagata, per poi abbandonare immediatamente il lavoro.

I carabinieri hanno lavorato per ricostruire quanto avveniva nel club, attraverso attività tecniche, di osservazione e pedinamento. A lavorare come ballerine, ma anche escort, era una decina di giovani, tutte straniere ma regolari sul territorio italiano. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, hanno documentato le posizioni di chi lavorava nel locale: dal gestore a chi si preoccupava del reclutamento delle ragazze tramite social, a chi proponeva ai clienti i servizi sessuali. Il club fiscalmente era inquadrato come associazione sportiva, il che avrebbe costituito un’aggravante per gli indagati per favoreggiamento della prostituzione, perché costituiva un doppio vincolo per le ragazze, iscritte come socie e poi pagate come ballerine. Per documentare le transazioni per le prestazioni, i carabinieri hanno potuto effettuare anche verifiche bancarie: alcuni clienti pagavano sesso e bottiglie direttamente con il bancomat.

A conclusione delle indagini, oltre alla chiusura del locale, il gestore del club, sua moglie e un collaboratore sono stati sottoposti a divieto di dimora nel comune del locale. Avendola violata, il titolare è stato sottoposto ai domiciliari, dopo un grave episodio avvenuto nel locale durante il mese di aprile per il quale è stato anche denunciato per lesioni.