Le pensiline Liberty abbandonate all’incuria

Cinque anni fa l’appello per riqualificarle, poi il nulla. Adesso questi gioielli d’epoca della Valganna sono divorate dalla ruggine

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di Andrea Gianni

Gli anni sono trascorsi invano, per l’antica stazione di Ghirla. Le pensiline del gioiello Liberty restano divorate dalla ruggine, mentre le battaglie per riqualificare l’edificio storico sono finite contro un muro. Una situazione di stallo che ha spinto Paolo Ricciardi, ideatore del sito internet Valganna.info che da anni sta portando avanti una battaglia per la riqualificazione dell’antico scalo progettato dal maestro Giuseppe Sommaruga nel 1914, a lanciare un nuovo appello sotto forma di un video che sta rimbalzando su Facebook.

Dopo aver ripercorso la vicenda, punta il dito contro "l’immobilismo allucinante in questo Paese" e chiede di girare l’appello "a persone che possono smuovere le acque, a politici o alla Regione Lombardia" perché l’antica stazione rischia di finire definitivamente nell’abbandono. Correva l’anno 2017 quando fu avviata una prima mobilitazione per salvare l’antica stazione lungo la tramvia della Valganna e restituirla al suo antico splendore. Un simbolo del turismo di inizio Novecento, quando l’Alto Varesotto attirava villeggianti milanesi, conquistati da clima, quiete e paesaggi. Il piano superiore dell’edificio, che al piano terra ospita la biglietteria degli autobus, è abbandonato da quando, nel 2000, è andato via l’ultimo custode. Le pensiline - utilizzate come fermata dei bus dopo che negli anni ’50 è stata dismessa la tramvia - sono divorate dalla ruggine. Di proprietà del Demanio, quindi dello Stato, l’area è concessa in uso alla società che gestisce i trasporti pubblici nella zona. Un’altra mobilitazione era stata avviata nel 2020, quando l’antica stazione era stata inserita tra i Luoghi del cuore del Fai, con una raccolta firme che potenzialmente era l’occasione per salvare il gioiello liberty dall’oblio. Anche in questo caso un’occasione persa, a causa dell’immobilismo delle istituzioni nazionali e locali.

"Questa stazione deve essere riqualificata – prosegue Ricciardi – il Demanio non è altro che lo Stato a cui noi versiamo le tasse. La stazione, quindi, è un po’ anche nostra. Tutto è caduto nel completo silenzio". Intanto la ruggine continua a divorare le antiche pensiline, e le panchine dalla forma che ricorda rami degli alberi sono sempre più bisognose di restauro. Con il tempo aumenta il rischio che il tetto dell’edificio crolli, sui muri si accumulano scritte tracciate dai vandali. Al piano terra, unica traccia di vita, la biglietteria utilizzata dai passeggeri dei bus di Autolinee Varesine, ancora attiva.