
La professoressa Maria Pierro: da novembre sarà la rettrice dell’Insubria
Professoressa Maria Pierro, da novembre guiderà l’Università dell’Insubria. Lei è una delle sette donne rettrici in Lombardia. Che valore aggiunto darà quest’onda rosa e come lavorerà con le sue colleghe?
"È evidente che la collaborazione sarà serrata e fattiva per l’interesse del sistema universitario e reciprocamente dei nostri territori, dei nostri atenei. Sono sicura che riusciremo a collaborare e a comprendere esattamente le esigenze reciproche. Per quanto riguarda la cosiddetta onda rosa credo che la scelta sia stata determinata dalle competenze e non dall’appartenenza a genere, però l’appartenenza al genere ci consente forse di avere una maggior sensibilità per alcune tematiche e una maggior attenzione al benessere delle persone. Di regola le donne che si affermano in una posizione apicale si connotano per la determinazione nell’assunzione delle decisioni".
In vista dell’inizio del suo mandato ha già ricevuto qualche feedback dal territorio e dal mondo accademico?
"All’interno della comunità accademica ho avuto riconoscimenti anche da chi non mi aveva sostenuto e questa la trovo una cosa molto bella. Da parte di colleghi a livello regionale e nazionale ho ricevuto messaggi di congratulazioni e proposte di collaborazioni. Con gli enti locali ci sono già state le prime interlocuzioni per dare avvio ad un mandato che vorrei fosse svolto in maniera sinergica, nell’interesse dell’ateneo e per il bene comune".
Come deve essere rafforzato l’asse tra Varese e Como?
"Como e Varese per me sono sullo stesso piano. Non c’è nessun rapporto di inimicizia tra i due centri, ma anzi una grande volontà di integrazione dell’università nelle città in modo identico. A Como tra poco inizieranno i lavori per le celebrazioni dei 200 anni della morte di Volta nel 2027 e l’Insubria intende contribuire in modo fondamentale. E poi non dimentichiamo il polo di Busto Arsizio, che ha dei corsi importantissimi".
L’Insubria ha da poco compiuto 25 anni. Come deve impostare il suo futuro?
"Dobbiamo lavorare molto per crescere di più e per consolidarci, abbiamo fatto tantissimi passi in avanti rispetto a quando è nato il nostro ateneo. Con l’aiuto della comunità scientifica e gli enti locali e nazionali dobbiamo consolidare e migliorare la didattica e la ricerca e integrarci sempre più col territorio: il passo più importante da fare è che le città di riferimento diventino sempre più città universitarie".
In quest’ottica come cambierà Varese con lo studentato di Biumo?
"Avrà un’importanza assolutamente strategica, la sinergia col Comune che ci consente di avere a disposizione questi spazi è assolutamente fondamentale. Potrà essere l’occasione per offrire agli studenti una migliore accoglienza e una maggiore vicinanza alla città. Sarà un importante supporto ai nostri studenti che arrivano numerosi anche da altre parti della Lombardia".
Alle Olimpiadi di Parigi 2024 gareggerà anche Pietro Arese, studente-atleta Insubria. Che significato ha per l’ateneo?
"È un risultato straordinario e siamo veramente molto felici di avere un atleta di questo rilievo internazionale. Tutta la comunità guarda a lui con grande attenzione e affetto. Spero che sia un buon viatico per attirare altri atleti e andare avanti ad implementare sempre di più l’aspetto sportivo".
Come cambierà l’università con l’intelligenza artificiale? "È un tema trasversale, tocca ogni profilo dei saperi e della vita. La mia attenzione è volta da un lato a favorire l’attivazione di un corso di laurea o un curriculum in corsi già esistenti che abbia per oggetto proprio l’IA analizzata trasversalmente. Dal punto di vista della ricerca abbiamo eccellenti informatici e fisici che si occupano di queste tematiche".