La memoria degli istriani. Un omaggio a Missoni

Alla cerimonia istituzionale riecheggiano le parole dello stilista varesino adottivo

La memoria degli istriani. Un omaggio a Missoni

La memoria degli istriani. Un omaggio a Missoni

"Il passato si conosce attraverso la memoria: le voci di noi esuli anagraficamente si vanno spegnendo e bisogna ricordare". Così Pier Maria Morresi, presidente della sezione di Varese dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, ha aperto le celebrazioni ufficiali del Giorno del Ricordo, che si sono svolte ieri mattina in Sala Montanari. "È una solennità, non è una festa. È una giornata di lutto per le vittime delle foibe, per chi è stato internato in campi di concentramento o affogato in mare".

All’iniziativa, con la regia della stessa associazione e di Prefettura, Provincia, Ufficio scolastico territoriale, Università dell’Insubria e Comune di Varese, hanno partecipato i rappresentanti delle forze dell’ordine e degli enti locali, il prefetto Salvatore Pasquariello e due parlamentari varesini, Maria Chiara Gadda e Alessandro Alfieri. Tra i momenti più significativi della mattinata la lettura di un testo di Ottavio Missoni. Il celebre stilista scomparso nel 2013 a Sumirago era cresciuto in Dalmazia, prima a Ragusa e poi a Zara, dove trascorse il suo ultimo Natale nel 1941. "Subito dopo, gennaio 1942, militare - recita un passaggio del suo scritto - quindi in Africa settentrionale, combattente sul fronte di El Alamein, quindi prigioniero degli inglesi, quattro anni in Egitto. Al rientro, settembre 1946, la mia famiglia, mamma, papà e un fratello, dopo circa cinque anni li ho rivisti non a Zara, ma a Trieste. Così arriviamo al nostro dramma di esuli". A dare voce alle sue parole il nipote, che porta il suo stesso nome.

"È un onore leggere queste memorie del nonno – ha detto Ottavio Missoni junior – in famiglia viviamo nei racconti suoi e della nonna: è un tema molto sentito per noi ed essere presenti in queste occasioni penso che sia positivo per le nuove generazioni". Nel corso della mattinata anche video, musica e l’intervento dello storico Antonio Orecchia.

L.C.