"La ferrovia per Malpensa danneggia la brughiera"

Ennesima levata di scudi di Legambiente contro il progetto di collegamento con la linea ferrovia del Sempione voluto da Regione, Trenord e Rfi

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di Rosella Formenti

Il circolo di Legambiente di Gallarate ribadisce la sua decisa opposizione al progetto per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario dal Terminal 2 di Malpensa alla linea del Sempione di Rfi, opera sulla quale fin dall’inizio ha espresso la sua contrarietà. Nei giorni scorsi il circolo ambientalista gallaratese, che ha presentato ricorso al Tar contro il progetto, ha fatto il punto della situazione riconfermando gli aspetti negativi dell’opera con l’impatto pesante sul territorio non mancando di sollevare critiche al Parco del Ticino per l’accordo con la Regione sulle compensazioni. Si legge nel documento "Regione Lombardia e Ferrovie Nord procedono a passi veloci verso la realizzazione del collegamento ferroviario Malpensa T2 – Linea RFI del Sempione, come se il verdetto del ricorso al Tar del prossimo 15 febbraio fosse già nelle loro mani con esito favorevole".

Ricorso al Tar presentato anche dal comune di Casorate Sempione, dunque grande è l’attesa per il risultato dell’udienza di febbraio. In primo piano c’è la questione delle compensazioni, fa rilevare infatti che "la ferrovia sarà realizzata a disprezzo della minima salvaguardia sanitaria delle popolazioni circostanti, salvaguardia ben indicata nelle prescrizioni del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del lontano 13.12.99 che poneva indirizzi precisi al fine di migliorare la situazione degli abitanti intorno all’aeroporto".

Quindi sottolinea: "È noto infatti che il terreno vergine svolge una funzione almeno parzialmente assorbente sia dell’inquinamento acustico che atmosferico, questo risulta particolarmente benefico per gli abitanti di Casorate Sempione e Gallarate, ma l’area tra i due comuni, secondo il progetto, sarà attraversata da un’enorme cementificazione, i cui riflessi negativi non potranno non farsi sentire". Per il sodalizio ambientalista "è facilmente ipotizzabile che le Ferrovie Nord risparmieranno un po’ di soldi e nessuna opera compensativa degna di tale nome andrà in porto.

"Non solo – è la considerazione – perché in zona non ci sono aree utili alla mitigazione, ma soprattutto perché l’importo concesso pari a 3,4 milioni per 41mila metri quadrati. deve coprire tutte le spese, cosa impossibile".

Quindi, conclude il circolo "la ferrovia sarà un’altra delle grandi opere realizzate sul territorio senza le dovute compensazioni ambientali. A partire dai mondiali di Italia 90, a Malpensa 2000, al ripristino delle cave inizialmente pensate come aree verdi, ma poi trasformate in parcheggi, fino ad oggi, al collegamento ferroviario MXPT2 – Linea RFI del Sempione..

Fortunatamente c’è un ricorso al Tar ancora da discutere: quello del Comune di Casorate insieme a quello di Legambiente".