Infermieri sudamericani inseriti negli ospedali varesini: cosa non sta funzionando

Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, segnala alcune problematiche con i rinforzi “arruolati” per volere della Regione

Infermieri: una professione al fianco degli altri (Archivio)

Infermieri: una professione al fianco degli altri (Archivio)

Varese, 30 aprile 2024 – A dicembre sono arrivati in Italia i primi infermieri sudamericani e sono stati inseriti nell’Asst Sette Laghi di Varese. A fare un bilancio riguardo il loro inserimento – sono 11 – è Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato Nursing Up. "A cinque mesi dal loro arrivo – dichiara De Palma - dopo il corso di italiano ci risulta che occorre ancora un tutor bilingue che li supporta e che li aiuta nella comprensione delle funzioni quotidiane da svolgere nell’equipe, quindi sia nelle comunicazioni con i colleghi che con i malati. Questi infermieri non sarebbero pertanto ancora del tutto autonomi".

Continua la riflessione "È davvero il caso di dire che la via delle Americhe si sta rivelando più complessa e tortuosa che mai. E non può essere certo una soluzione a lungo-medio termine quella di immaginare, per il presente e il futuro di realtà complesse e in piena crisi come la Lombardia, l’inserimento di professionisti sanitari stranieri non solo con titoli di studio frutto di percorsi di formazione differenti dai nostri, ma soprattutto enormi barriere linguistiche da superare, per le quali occorre un tempo che, considerati i problemi con cui siamo alle prese, non abbiamo certo a disposizione".

Prosegue l’analisi da parte del presidente nazionale di Nursing Up: "Ovunque ci viene legittimamente riconosciuto, come una delle nostre maggiori virtù, apprezzata non solo a livello europeo, un approccio ai pazienti differente rispetto a quello di colleghi di altri paesi. In particolar modo, i nostri professionisti dell’assistenza, oltre alle competenze scientifiche, vengono formati, sin dal primo anno di studi, per costruire da subito empatia e relazioni umane che, nel rapporto con il malato, nel suo processo di guarigione, si rivelano spesso fondamentali".

Quindi sottolinea De Palma: "Uno dei pochi che a quanto pare non ha compreso quanto l’angusta scorciatoia degli infermieri sudamericani rappresenti una soluzione che non risolverà affatto il malcontento e la carenza di professionisti in Lombardia, così come in altre regioni, è proprio l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso che si ostina però a proseguire nel suo intento, convinto di avere nelle mani la panacea di tutti i mali per una Lombardia che rimane la prima regione italiana per carenza infermieristica, con quei 9mila professionisti mancanti all’appello”.