V.R.
Cronaca

Concorsi con il trucco, agli arresti domiciliari un docente della Liuc

La bufera scatenata dai sette arresti per una vicenda di presunta corruzione nell’ambito di concorsi universitari truccati, si è abbattuta anche sull’università Liuc di Castellanza

Il professore Giuseppe Zizzo dell'università Liuc

Castellanza, 26 settembre 2017 - La bufera scatenata dai sette arresti della Guardia di Finanza di Firenze per una vicenda di presunta corruzione nell’ambito di concorsi universitari truccati, si è abbattuta anche sull’università Liuc di Castellanza. Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip toscano infatti, c’è anche il professor Giuseppe Zizzo dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza. A far partire l’inchiesta sono state le manovre che alcuni docenti universitari - in totale e in tutta Italia gli indagati sono 59 - avrebbero messo in atto per convincere un ricercatore in procinto di partecipare al concorso per l’abilitazione nazionale all’insegnamento del Diritto tributario, a ritirare la propria candidatura. Zizzo, titolare di cattedra alla Liuc dal 2002-03, è nato a Trapani nel 1960.

Nel 1985 si è laureato con lode all’università di Palermo. Da lì la sua carriera si è sviluppata su due linee: da un lato quella forense (esercita dal 1988 e dal 1990 è iscritto al foro di Milano, con studio in zona Conciliazione), dall’altro quella nel mondo accademico. Attività all’interno dell’ateneo di Castellanza a parte, si legge nel suo curriculum, ha diretto numerose iniziative di formazione specialistica post-universitaria in materia tributaria e ha promosso convegni e seminari su questioni legate all’imposizione delle società e su temi di politica tributaria. Suoi saggi compaiono in numerosi manuali. Alla Liuc è stato anche direttore della scuola di Diritto.

Nel 2013 aveva “benedetto” l’aula tribunale, uno spazio allestito come un’aula di un palazzo di giustizia, dove i futuri avvocati e magistrati potessero fare pratica. Bocche cucite nell’ateneo, considerato uno dei più validi di tutto il Nord Italia, dove il rettore Federico Visconti si limita a fare sapere di avere - lui e tutto il panorama accademico castellanzese - di avere piena fiducia nell’operato della magistratura e di attendere i risultati dell’inchiesta. Stando al lavoro degli inquirenti, che hanno perquisito uffici e abitazioni dei docenti sotto accusa, fra i professori ci sarebbe stato un sistematico accordo corruttivo, finalizzato a rilasciare abilitazioni «secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori e per avvantaggiare interessi personali, professionali o associativi», come scritto nelle carte.