In carcere per stupro, ma non è lui l’autore

Il processo sull’aggressione alla stazione di Venegono: uno degli accusati non è stato riconosciuto dalla vittima

In carcere da dicembre con l’accusa di stupro e tentata violenza, potrebbe non essere l’autore del gesto. Ieri al tribunale di Varese il processo sui fatti avvenuti il 3 dicembre alla stazione di Venegono Inferiore, quando due soggetti avvicinarono nella sala d’aspetto una giovane, scesa dal treno. La ragazza non ha infatti riconosciuto uno dei due imputati, il 22enne tradatese Anthony Gregory Fusi Mantegazza. La giovane ha raccontato quanto accaduto mentre stava aspettando il treno e la tentata violenza: "Uno mi ha preso per il collo e con una mano ha cercato di sfilarmi i pantaloni ma io sono scappata". L’altro stava invece in piedi davanti a una porta per fare da palo. La vittima è scappata dalla porta sul lato dei binari per poi chiamare aiuto, sottraendosi alla presa.

La ragazza ha totalmente escluso che il palo fosse Mantegazza, indicando poi sulle foto segnaletiche che le sono state proposte l’altro suo aggressore, un giovane di origine nordafricana che nulla c’entra col tradatese.

In quella notte di follia il gruppetto di stupratori aveva violentato una ragazza sul treno prima di scendere a Venegono. Ieri la ragazza non si è presentata in aula, ma comparirà davanti al collegio giudicante alla prossima udienza, su decisione del collegio. A dicembre aveva effettuato un preciso riconoscimento degli imputati.

Le due ragazze abusate si erano trovate la sera stessa in ospedale raccontandosi quello che era loro capitato. I due aggressori erano entrambi stranieri con forte accento marocchino, uno con una stampella e uno con la bici. Mantegazza potrebbe essere presto scarcerato.

Christian Sormani