
È fiducioso in vista della ripresa delle scuole, prevista per il 14 settembre, il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese Giuseppe Carcano. Le linee guida approvate dal Ministero dell’istruzione hanno fatto chiarezza, andando a definire innanzitutto la distanza che dovrà essere rispettata tra i singoli alunni: ci dovrà essere un metro a separare le “rime buccali“ degli studenti, ovvero da bocca a bocca. "Prima si paventavano i due metri, e sarebbe stato molto più difficile – commenta Carcano – mentre un metro è più o meno la distanza che c’è già normalmente all’interno di una classe. Ci saranno delle realtà in cui mettere mano, ma dovrebbero essere residuali e non così diffuse come si temeva prima".
I dirigenti degli istituti della provincia sono al lavoro in questa fase proprio per studiare le metrature e analizzare come intervenire. Si stanno studiando soluzioni alternative, come la possibilità di utilizzare altri spazi scolastici.
"Pensiamo ad esempio alle sale per le conferenze interne alle scuole – sottolinea Carcano – oppure agli spazi comunali. In tante realtà la scuola è vicina o nella stessa sede del municipio, e si potrebbero utilizzare ambienti come le sale consiliari che sono già pronte e a norma". Meno probabile il ricorso a edifici scolastici dismessi, come suggerito dal ministro Lucia Azzolina. "Bisognerebbe capire da quanto tempo sono dismessi, perché devono rispettare gli standard di sicurezza delle scuole. Credo che sul nostro territorio non ce ne siano molti, forse è una situazione più ricorrente in altre realtà".
Le scuole nel frattempo sono in diretto contatto con le istituzioni: in provincia di Varese si sono già riuniti diversi tavoli territoriali, dedicati rispettivamente alle aree di Varese, Busto Arsizio, zona nord della provincia, Saronno, Tradate e Gallarate. "C’è già stato un primo incontro tra gli enti locali e i dirigenti scolastici – osserva il provveditore – e dalle linee guida emerge l’invito ad una collaborazione stretta con i singoli comuni". Nuovi confronti si terranno dunque alla luce delle novità giunte da Roma, con una tematica su tutte da affrontare, ovvero i trasporti. L’obiettivo non semplice è quello di riuscire a coordinare gli orari scolastici, che saranno scaglionati e divisi su più fasce, con la capienza ridotta dei mezzi pubblici usati giornalmente dai ragazzi per raggiungere la propria scuola.
"I dirigenti hanno la certezza di quanti alunni potranno arrivare con ogni turno di pullman – spiega Carcano – questo è un dato da cui partire: interfacciando il numero degli studenti in arrivo con i nuovi orari il rebus dovrebbe quadrare. Sarà un gioco di incastri". Un aiuto potrebbe arrivare dall’aumento delle attività svolte fuori dagli spazi scolastici, come suggerito all’interno delle linee guida. Un’attività che già nell’epoca pre-Covid veniva attuata spesso, come ricorda il provveditore.
"Quando ero dirigente al Liceo scientifico di Varese tutti i giorni c’erano ragazzi fuori. Ora può essere importante dal punto di vista organizzativo, visto che può garantire la presenza di aree libere per altre classi". Infine uno sguardo al ricorso alle modalità di e-learning, che hanno costituito la normalità negli ultimi mesi con le scuole chiuse. "L’obiettivo è quello della didattica in presenza – rimarca Carcano – poi di fronte ad un’oggettiva impossibilità si potrà ricorrere a quella a distanza, ma sarà in modo molto residuale".