Il dono dei filantropi La Cittadella dei ragazzi nella villa dei Lazzati

La famiglia ha affidato la grande dimora alla Fondazione Minoprio. Ospiterà un progetto sociosanitario integrato per minori in difficoltà.

Il dono dei filantropi  La Cittadella dei ragazzi  nella villa dei Lazzati

Il dono dei filantropi La Cittadella dei ragazzi nella villa dei Lazzati

di Silvia Vignati

La Cittadella dei ragazzi. Si chiama così il progetto sociosanitario integrato innovativo realizzato dall’associazione “Il Piccolo principe“: un Centro clinico, educativo e terapeutico. Che potrà contare sul sostegno di Fondazioni e soprattutto sulla generosità di una donazione: quella di una grande villa nel centro del paese dalla famiglia Lazzati alla Fondazione Minoprio. La Fondazione ha quindi voluto dare l’opportunità alla onlus, attraverso un comodato d’uso ventennale, di aprire la Cittadella. Il taglio del nastro sarà in autunno.

Patrizia Corbo, tra i fondatori del “Piccolo principe“, realtà nata nel 2001 a Busto Arsizio che gestisce sei Comunità educative, spiega la filosofia del progetto: "Casa Lazzati risponde all’idea del bel vivere e vivere nel bello. L’esperienza estetica crea emozioni e modifica le relazioni umane, in particolare la neuroestetica ci dice che esiste una stretta correlazione fra fruizione del bello, emotività e comportamenti. Nel parco verrà ristrutturato un fienile e al suo posto nasceranno tre grandi laboratori: il laboratorio di orticoltura e floricoltura, ponte operativo e filosofico con la Fondazione Minoprio (già sede di una scuola di formazione di orticoltura e floricoltura a Vertemate); un laboratorio di arte bianca dove i ragazzi impareranno a fare il pane, con un forno e una cucina industriale; e un laboratorio di cucito. Alla Cittadella si resta l’intera giornata o per il tempo necessario alla cura, all’incontro, alla realizzazione di un progetto formativo; poi si rientra nel proprio ambiente con un bagaglio di esperienze positive che aiuteranno ciascuno a rimodulare la propria vita, senza strappi o traumi aggiuntivi". Chi potrà usufruire dei servizi? "I minori segnalati e seguiti dai Servizi sociali e dalla Neuropsichiatria infantile o accompagnati direttamente dalla famiglia che, contestualmente, viene ingaggiata in un percorso comune e condiviso. Il servizio si chiama sociosanitario integrato perché integra tutti gli attori istituzionali coinvolti a vario titolo nel progetto di cura, integra i vari saperi e le diverse strategie di intervento affinché la rete sia efficace. Lavoreremo con la Fondazione Minoprio per quanto riguarda la formazione dei giovani più fragili, sull’abbandono scolastico e sul reinserimento lavorativo in ambito protetto".