ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Il carcere di Busto Arsizio ostaggio della violenza

Un detenuto si stacca un orecchio con una lametta: è solo l’ultimo episodio. Gli agenti protestano: "Lavorare in queste condizioni non è più possibile

di Rosella Formenti

È ricoverato nell’ospedale di Legnano, dov’è piantonato, il detenuto rumeno di 48 anni che l’altra mattina nel carcere di Busto Arsizio si è reciso un orecchio. Il motivo dell’atto di autolesionismo da parte del quarantottenne, che avrebbe manifestato segnali di disagio psichico, è ancora da chiarire, un gesto che poteva avere conseguenze molto gravi se non fossero intervenuti tempestivamente gli agenti della Polizia penitenziaria. Il detenuto è stato trasportato in ospedale a Legnano dove, poco dopo il suo arrivo, è stato colpito da un infarto che ha richiesto un intervento immediato di angioplastica. Non è stato invece possibile riattaccare l’orecchio reciso forse utilizzando una lametta. Un episodio che purtroppo riporta l’attenzione sulla casa circondariale di via per Cassano e sulla presenza all’interno di detenuti problematici sotto il profilo psichiatrico, che purtroppo sempre più spesso si rendono responsabili di gesti pericolosi per sé e per il personale carcerario, come confermano le aggressioni agli agenti. Ma i posti per i detenuti psichiatrici in strutture adeguate non sono sufficienti, da sottolineare che in Lombardia c’è solo la Rems di Castiglione dello Stiviere. L’altra mattina con la vicenda del detenuto rumeno il problema si è ripresentato nel carcere bustese,"non ci stanchiamo di chiedere interventi – sottolinea Pierpaolo Giacovazzo, segretario regionale di Uilpa Polizia penitenziaria – sono situazioni gravi che ricadono sugli agenti, che devono intervenire per gestire le crisi di soggetti problematici, difficili quindi da trattare, per le reazioni violente e le aggressioni nei confronti degli operatori. Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni, il problema dei detenuti psichici deve essere una priorità, gli agenti devono poter svolgere il loro servizio con sicurezza, senza temere per la loro incolumità messa a rischio dai comportamenti dei detenuti psichiatrici".

Situazioni sulle quali Giacovazzo con Uilpa Polizia penitenziaria ha portato nei mesi scorsi all’attenzione del Ministro della Giustizia Marta Cartabia ricordando le condizioni di lavoro degli agenti, sotto organico e sollecitando la necessità di trattare i soggetti psichiatrici in strutture adeguate".

"Dal ministro non abbiamo avuto risposte – continua il segretario regionale di Uilpa –, siamo pronti a interpellare sulle stesse questioni chi sarà chiamato nel nuovo Governo al dicastero della Giustizia, sono problemi da risolvere, non possiamo più aspettare, attendiamo anche la definizione di un protocollo d’intervento per gestire proprio gli eventi critici, alcuni esponenti politici in campagna elettorale l’hanno promesso, ora sono eletti, devono dare concretezza a quell’impegno che noi riteniamo fondamentale".