Gli infortuni al femminile

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La stragrande maggioranza degli infortuni sul lavoro da Covid-19 nell’ultimo biennio ha riguardato lavoratrici donne. È l’aspetto più significativo che emerge dai dati dell’andamento infortunistico nel Varesotto diffusi dall’Inail territoriale.

I dati, tratti dalla banca dati statistica Inail Open Data e aggiornati al 31 dicembre, permettono innanzitutto di avere una panoramica del numero complessivo degli infortuni degli ultimi due anni. A Varese e provincia sono stati 9.936 nel 2020 e 8.514 nel 2021, con un calo del 14%. I casi mortali sono stati rispettivamente 14 e 13 (-7%). In aumento invece le malattie professionali, da 149 a 180 (+21%): un trend che rispecchia la situazione di tutta la regione. Già analizzando il dato complessivo, si nota come la percentuale di infortuni tra le donne sia stata più alta degli anni precedenti, in particolare nel 2020, con il 49% di infortuni femminili e il 51% maschili. Nel 2021 il rapporto è tornato sui livelli pre-Covid (37% donne e 63% uomini). Ma se si considerano solo gli infortuni legati al Covid, la preponderanza delle lavoratrici spicca in entrambe le annate. Nel biennio 2020-2021 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 (in totale 4.712) hanno riguardato nel 74,3% dei casi le donne e nel 25,7% gli uomini.

La prevalenza degli infortuni “in rosa“ va letta nella maggior componente femminile nelle professioni più colpite dalla pandemia, dall’assistenza sanitaria (il 79,6% degli infermieri è donna) alla domestica (con l’86,3% di colf e badanti). "Il personale femminile ha avuto più occasioni di contagio rispetto a quello maschile", ha osservato il direttore Inail di Varese Vittorio Tripi.Lorenzo Crespi