Finte ristrutturazioni Truffa da 142mila euro

Tre società del Legnanese denunciate dalla Guardia di Finanza per un credito d’imposta non dovuto: i lavori non erano mai partiti

Migration

di Paolo Girotti

Lavori dichiarati solo sulla carta ma di fatto mai eseguiti e che, di conseguenza, hanno prodotto crediti d’imposta non dovuti, derivanti da false ristrutturazioni edilizie per un valore di più di 142mila euro: nell’ambito di complesse indagini di polizia giudiziaria sono stati i militari del gruppo di Legnano, guidato dal tenente colonnello Biagio Maurizio Agosta, del comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, a dare esecuzione nella giornata di oggi a due decreti di sequestro preventivo impeditivo - emessi dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio su richiesta della Procura della Repubblica - nei confronti di tre soggetti economici, tutti cessionari di indebiti crediti d’imposta derivanti da false ristrutturazioni edilizie nei Comuni del Legnanese per un valore che, come detto, supera i 140mila euro. I soggetti sono i destinatari dei provvedimenti anche se estranei alla realizzazione della frode: come recentemente stabilito da una sentenza della Corte di Cassazione, il credito che è stato loro ceduto costituisce infatti ‘’cosa pertinente’’ al reato, commesso dai beneficiari originari del bonus e il fatto che il credito possa essere liberamente disponibile, di fatto, non farebbe altro che aggravare o protrarre le conseguenze del reato oltre che agevolarne la commissione di altri.

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore del tribunale di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra, e condotte dai finanzieri del Gruppo Legnano, sono partite dalla segnalazione di un architetto e si sono sviluppate attraverso accertamenti di natura tecnica, sopralluoghi, interrogatori dei presunti committenti dei lavori di ristrutturazione, perquisizioni e verifiche della documentazione amministrativo-contabile sequestrata: tutto questo ha infine permesso di individuare i responsabili del reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Gli indagati (va sottolineato che siamo ancora alle indagini preliminari), legali rappresentanti oppure amministratori di fatto delle due società edili coinvolte, domiciliati nel Legnanese e nell’Alto Milanese, attestando di aver eseguito lavori di ristrutturazione edilizia mai effettuati (si parla nello specifico di bonus facciata al 90% e bonus ristrutturazione 50%) hanno indebitamente percepito e, successivamente ceduto a terzi i crediti d’imposta inesistenti.