
L'operazione San Fermo
Varese, 29 gennaio 2021 -Gestivano un giro di spaccio “in famiglia“ nel centro a San Fermo di Varese, con tanto di moglie e figlie pronte a prendere il posto di chi finiva nei guai con la giustizia. Per questa ragione nove persone sono finite in manette grazie ad un’operazione della Squadra Mobile di Varese, con l’accusa di detenzione e spaccio di droga a vario titolo, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Varese, contestualmente ad altri quattro provvedimenti di obbligo di firma.
Si tratta di cittadini italiani, lombardi, campani e calabresi, alcuni con precedenti specifici, tra cui tre donne che hanno sostituito compagni o padri arrestati in precedenza durante le indagini. Durante il blitz scattato ieri sono stati eseguiti anche nove decreti di perquisizione personale e locale con l’ausilio dell’unità cinofila della Guardia di Finanza di Malpensa, che hanno portato al sequestro di circa 100 grammi di droga, scovata in due abitazioni degli arrestati. Il gruppo, è emerso, metteva in atto anche attività di "recupero crediti" con minacce e atti intimidatori nei confronti di clienti che non pagavano puntualmente lo stupefacente. È proprio dalla denuncia di un cliente debitore spaventato e picchiato dal gruppo che, nel 2018, sono partite le indagini. Fermato per un controllo da una pattuglia della Mobile l’uomo, il volto tumefatto e sporco di sangue, ha raccontato di essere stato pestato poco prima a San Fermo perché doveva mille euro di cocaina agli spacciatori. Proprio per paura di ulteriori ritorsioni il 40 enne non sporse denuncia e non volle neppure andare in ospedale, spiegando che per far fronte al debito avrebbe venduto la sua motocicletta. I poliziotti però si misero subito a caccia dei pusher, riuscendo a identificare una ventina di soggetti che avevano un ruolo di primo piano nello spaccio del medesimo quartiere. Tra loro un cinquantenne calabrese che, su disposizione del Tribunale di Sorveglianza, era finito in carcere nel settembre del 2018 perché mentre era ai domiciliari era stato sorpreso con droga in casa e, una volta in manette, a gestire lo spaccio gli era subentrata la moglie, aiutata dalla figlia e dal cognato.
La figlia, in particolare, era ormai nota a San Fermo per il suo ruolo di pusher, con tanto di “body guard“ per il recupero crediti, maggiorenni e minorenni. Un altro appartenente al gruppo, anche lui calabrese, a sua volta era sostenuto nello spaccio dalla moglie e dal cognato, sorpreso durante le indagini con un chilo e mezzo di hashish. La Squadra Mobile ha inoltre individuato i fornitori della banda di pusher, tutti residenti nel milanese e oggi ai domiciliari, un 54 enne campano, un 58 enne calabrese e un 37 enne a cui a far da tramite era un’intera famiglia di conoscenti, padre, madre e due figli, tutti di Brusimpiano, dopo aver preso accordi in carcere dove spacciatore e giovani spacciatori si erano ritrovati per passati crimini.