Cocainomane e violento, uccide il figlio. Una sola domanda: perché era libero?

Concessi i domiciliari nonostante fosse stato attivato un codice rosso per maltrattamenti. E aveva potuto prendere con sé il figlio per il Capodanno

Davide Paitoni, il 40 enne che ha ucciso con una coltellata alla gola il figlio di 7 anni

Davide Paitoni, il 40 enne che ha ucciso con una coltellata alla gola il figlio di 7 anni

Morazzone (Varese) - Droga, alcol e violenza. Era diventata questa la vita di Davide Paitoni, 40 anni, l'uomo che ieri sera ha assassinato il figlio di sette anni e poi cercato di uccidere la ex moglie, di 36, tra Morazzone e Gazzada Schianno, in provincia di Varese, solo un mese dopo aver aggredito violentemente un altra persona ed essere stato arrestato. Addetto alle vendite di un'azienda di Azzate, sempre nel Varesotto, Paitoni ha alle spalle diverse denunce, tra cui guida in stato di ebbrezza, ma la più grave risale al 26 novembre quando, al culmine di una lite, ha sferrato diverse coltellate alla schiena di un 52 enne con cui lavorava.

Una lite banale, tanto che lo stesso 40 enne, una volta fermato in caserma, avrebbe faticato a trovare una spiegazione al suo gesto. Come fatica a trovare una spiegazione il fatto che una persona così pericolosa fosse a piede libero e potesse frequentare ancora l'ex moglie e il figlio.  Era stato arrestato, ma l'autorità giudiziaria aveva deciso che fossero sufficienti gli arresti domiciliari.  I presunti maltrattamenti segnalati sarebbero cominciati - come si apprende dagli inquirenti - nel 2019. Eppure gli era stato concesso di stare da solo con suo figlio, la notte di Capodanno, proprio - dicono i carabinieri - «come previsto dal provvedimento di separazione». Il quale, secondo quanto si è appreso, sarebbe antecedente all'arresto per aver aggredito il collega. La tragedia avvenuta la scorsa notte ha scatenato varie polemiche sia politiche che sui social media, dove in molti si domandano se quanto accaduto avrebbe potuto essere evitato.

Nel frattempo l'uomo, consumatore abituale di droghe (nella sua auto i carabinieri hanno trovato della cocaina), era nel pieno del suo divorzio. La moglie, 36 anni e anche lei aggredita a coltellate ieri sera, ignara che a cadere sotto i colpi del marito prima era stato il loro bambino, aveva chiesto la separazione al termine di un lungo periodo di forti contrasti, con liti molto accese. Dopo circa sei anni di matrimonio, la donna ha confidato ai familiari di aver preso la decisione di lasciare il marito. Secondo quanto dichiarato da alcune persone vicine alla famiglia della donna, lei lo avrebbe denunciato (o forse sarebbe stata in procinto di farlo), ma allo stato attuale le denunce, confermano gli inquirenti, non sembrano essere state depositate .

In base ad alcune segnalazioni da parte di altre persone, però, era stato aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia. I presunti maltrattamenti segnalati sarebbero cominciati nel 2019. Il codice rosso, entrato in vigore il 9 agosto 2019, prevede l'introduzione di una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini riguardanti casi di violenza contro donne o minori. Si chiama così come il codice assegnato nei pronto soccorso per i pazienti che necessitano di un intervento immediato. Dal punto di vista procedurale è previsto che la polizia giudiziaria, una volta acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero il quale, nei casi di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato.

Paitone, evidentemente, non aveva accettato la scelta della moglie, tanto da decidere di armarsi di coltello e, come aveva fatto poco più di un mese prima con il suo collega, di scagliarsi contro suo figlio prima e sua moglie poi. In base al provvedimento di separazione, a Paitone era stato concesso di continuare a vedere suo figlio. Saranno ora gli inquirenti a ricostruire se e quando l'uomo abbia o meno pianificato il duplice delitto, conclusosi con la morte del bimbo e il grave ferimento della moglie. Di certo l'uomo non voleva arrendersi, dato che i carabinieri lo hanno bloccato poco lontano dal confine con la Svizzera, al termine di un lungo inseguimento.