Omicidio-suicidio, choc a Carnago: "Un dramma che ci fa riflettere"

Profondo sconcerto per l’omicidio suicidio fra marito e moglie avvenuto in via Kennedy

Carabinieri al civico 19 di via Kennedy a Carnago

Carabinieri al civico 19 di via Kennedy a Carnago

Carnago (Varese), 6 aprile 2020 - La strada è deserta, in via Kennedy, una tranquilla zona residenziale di Carnago, paese di circa 7mila abitanti, non c’è nessuno in giro, la conferma del rispetto di quel “restare a casa” che è fondamentale per contrastare la diffusione del Covid-19. Il virus è il male da combattere, ma in via Kennedy, al numero 19, un altro male ha ucciso, nel silenzio: in un appartamento al primo piano di un’elegante palazzina ieri mattina sono stati trovati privi di vita, due coniugi, un uomo di 63 anni, GP.P. e la moglie di 62 anni, M. DM. Omicidio-suicidio.

Una tragedia familiare che ha sconvolto un’intera comunità. C’è silenzio per la via, qualcuno si affaccia alla finestra: davanti alla palazzina ci sono i carabinieri della compagnia di Saronno, guidati dal capitano Pietro Laghezza, gli uomini della Scientifica per i rilievi. All’interno di quell’appartamento dove tutto è rimasto in ordine si è consumato il dramma: il marito, in cura per una forma di depressione, ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita, l’arma. Un coltello da cucina, è stato ritrovato accanto ai due corpi. Una coppia tranquilla, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, l’affetto dei figli e dei nipoti, ma c’era quel nemico oscuro, la depressione che forse nelle ultime settimane aveva reso più pesanti le giornate, da trascorrere in casa, senza poter vedere nessuno.

Il dramma si sarebbe consumato nella giornata di sabato, ieri mattina la macabra scoperta da parte di uno dei figli della coppia: non riusciva a mettersi in contatto con i genitori, così ha raggiunto la loro abitazione. All’interno dell’appartamento in cucina i due corpi, riversi sul pavimento. Una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità di Carnago. «In un momento già così pieno di preoccupazione come quello che stiamo vivendo – ha detto il parroco don Giovanni Sormani che non conosceva personalmente i due coniugi ma aveva battezzato pochi mesi fa un loro nipotino – è un dramma che ci addolora, che ci fa pensare, dobbiamo solo pregare che il Signore ci tenga la mano sulla testa". Vicinanza ai familiari a nome della comunità ha espresso il sindaco Barbara Carabelli, "in questo momento già particolarmente difficile ritengo sia opportuno far sentire vicinanza e affetto ai familiari affranti che si trovano a vivere questo dramma e hanno diritto di sentirsi supportati e protetti dalla nostra comunità, rispettiamo il loro dolore con il silenzio". Anche sui gruppi social tante le manifestazioni di vicinanza e affetto ai familiari.