Busto Arsizio, parcometri manomessi per intascare i resti: l’ex dipendente dell’Agesp patteggia

La 53enne era stata arrestata a gennaio: con la “cresta” sulle tariffe della sosta si era pagata trattamenti estetici e vacanze

La donna aveva manomesso le apparecchiature per intascare i resti

La donna aveva manomesso le apparecchiature per intascare i resti

Busto Arsizio (Varese) – Ha chiesto di patteggiare la 53enne ex dipendente di Agesp, la società che gestisce i parcheggi di Busto Arsizio, arrestata a gennaio e accusata di peculato, per aver fatto la “cresta” sugli incassi dei parcometri.

La richiesta è stata depositata nei giorni scorsi dall’avvocato Francesco Trotta, legale della donna: la pena patteggiata è di tre anni, a cui va aggiunto il risarcimento di 110mila euro, l’equivalente della cifra sottratta alla società ex municipalizzata che gestisce i parcheggi della città.

Dall’indagine, condotta dagli uomini della Guardia di Finanza, coordinate dal pubblico ministero della Procura di Busto Arsizio Nadia Calcaterra, era emerso che la dipendente aveva manomesso il sistema rendiresto di decine di macchinette, trasformate in “personali bancomat” da cui prelevava i soldi che avrebbe utilizzato per costosi trattamenti estetici, soggiorni fitness altre spese personali.

Di fronte al pm la donna aveva ammesso le proprie responsabilità. Nel frattempo la donna, licenziata da Agesp, nei giorni scorsi è tornata in libertà (era ai domiciliari) con il solo obbligo di firma.