REDAZIONE VARESE

Busto Arsizio, i detenuti alla macchina da cucire: un laboratorio di abiti in carcere, sognando di diventare sarti

L’accordo con l’azienda tessile Grassi di Lonate Pozzolo e l’Amministrazione penitenziaria ha come obiettivo, oltre a quello della formazione, anche di calmare la situazione all’interno di una delle prigioni più sovraffollate e problematiche d’Italia

Il laboratorio tessile ha coinvolto amministrazione penitenziaria, Confindustria Varese, Prefettura ed enti di formazione

Il laboratorio tessile ha coinvolto amministrazione penitenziaria, Confindustria Varese, Prefettura ed enti di formazione

Busto Arsizio (Varese), 15 gennaio 2025 – Detenuti pronti a diventare sarti o, chissà, anche futuri stilisti (mai mettere limiti alle possibilità). Gli altri riceveranno comunque un attestato di partecipazione che potranno spendere quando una volta usciti dal carcere si cercheranno un’occupazione o comunque intraprenderanno un percorso riabilitativo. Tutti per il momento hanno imparato a usare macchine da cucire e altri macchinari impiegati per la produzione di abiti grazie a un accordo fra l’amministrazione penitenziaria e l’azienda tessile Grassi, storica impresa di Lonate Pozzolo specializzata da oltre un secolo nella produzione di abbigliamento tecnico, professionale, per le forze dell’ordine e sportivo. 

Recidive quasi azzerate

Sono 12 i detenuti del carcere di Busto Arsizio che prima di Natale hanno iniziato, ed entro fine febbraio termineranno, un corso di formazione di 140 ore per imparare il mestiere di operatore dell’abbigliamento. Di questi, almeno due verranno appunti assunti. Entro febbraio, sempre con la collaborazione dei dirigenti della Grassi, all’interno del carcere sarà aperto un laboratorio di confezionamento. Alla regia del progetto ci sono Confindustria Varese e la Prefettura del capoluogo. “Dati statistici mettono in evidenza come il rischio di recidiva tra i detenuti non coinvolti in percorsi di reinserimento lavorativo sia pari a circa il 70% – spiega la direttrice del carcere Maria Pitaniello –. Percentuale che crolla al 2% nelle persone a cui vengono offerte concrete opportunità di formazione e impiego. Formazione e lavoro costituiscono il principale strumento per restituire dignità e offrire opportunità di riscatto alle persone detenute”.

Anche nel 2024 il carcere è stato al centro di tensioni e rivolte
Anche nel 2024 il carcere è stato al centro di tensioni e rivolte

Struttura sovraffollata

Ad oggi, a fronte di circa 400 detenuti, sono circa 140 quelli impegnati in attività lavorative alle dipendenze dell’Amministrazione o di datori di lavoro esterni come la cioccolateria, “Nel 2024 – continua Pitaniello – abbiamo organizzato 23 corsi di formazione con un impegno di 225 detenuti che hanno potuto acquisire una competenza che, in questo caso in particolare, in quanto certificata, sarà spendibile nel mondo del lavoro al momento della dimissione dall’Istituto”. 

L’azienda Grassi coinvolta è quella di cui è titolare il presidente di Confindustria Varese Grassi. Al quale rende merito, per essersi reso disponibile a questa iniziativa, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello: “Il presidente di Confindustria Varese ha dato un grande esempio con la sua azienda, attraverso la sottoscrizione della convenzione insieme al direttore del carcere".

Il carcere di Busto Arsizio è uno dei più sovraffollati e problematici d'Italia
Il carcere di Busto Arsizio è uno dei più sovraffollati e problematici d'Italia

Il corso di formazione

Il corso di formazione, attivato anche grazie all’utilizzo di fondi regionali, è stato dato in gestione ad Acof Olga Fiorini ed è partito con le prime lezioni  dedicate alle tematiche della sicurezza sul lavoro. Da qui si è passati alla teoria con i primi incontri introduttivi sulla conoscenza delle macchine, il corretto utilizzo dei macchinari e la gestione dei tessuti. Infine, la parte pratica con le esercitazioni nella realizzazione di shopper bag, la costruzione di pantaloni, il riutilizzo di lenzuola e federe di cuscini. 

L’avvio del laboratorio

La formazione terminerà verso la fine di febbraio, dopo di che si aprirà la fase di selezione con i colloqui volti all’individuazione di almeno 2 prime assunzioni che la Grassi Spa effettuerà con l’applicazione del contratto Nazionale di settore e la possibilità di accedere ai benefici della Legge Smuraglia: fino a 520 euro mensili erogati come crediti d’imposta e la riduzione del 95% di aliquota contributiva. Nel frattempo, il laboratorio è stato dotato, attraverso investimenti della Grassi Spa, di tutta l’attrezzatura necessaria, tra cui 6 macchine da cucire, altri 3 macchinari e tavoli per il taglio. Allo studio c’è anche la realizzazione di una linea di abbigliamento come primo kit per i detenuti che arrivano senza cambio indumenti. Non delle divise carcerarie, ma veri e propri abiti casual realizzati attraverso il riutilizzo di tessuti della Grassi.