Bomba al tribunale di Varese, ma è un falso allarme

Il palazzo di giustizia di Varese evacuato per due ore. Udienze sospese: magistrati, imputati e avvocati bloccati nella piazza

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di Lorenzo Crespi

"C’è una bomba al Tribunale di Varese": la chiamata anonima è giunta intorno alle 11 di ieri mattina. Subito è scattato il piano di evacuazione previsto in questi casi, con la struttura di piazza Cacciatori delle Alpi che è stata completamente evacuata.

Le udienze in corso sono state immediatamente sospese e tutti hanno dovuto abbandonare l’edificio: magistrati, avvocati, personale amministrativo, imputati, testimoni, giornalisti e addetti ai lavori. Un fiume di persone che si è riversato sulla piazza antistante la palazzina di giustizia, in attesa che venissero svolte tutte le verifiche del caso.

La macchina operativa delle forze dell’ordine è scattata con l’arrivo sul posto dei carabinieri e della polizia di Stato. Sono intervenuti gli artificieri e l’unità cinofila, per verificare locale dopo locale se davvero ci fosse la presenza di un ordigno esplosivo pronto a scoppiare.

Per precauzione nel frattempo è stato anche bloccato il traffico nelle vie adiacenti al Tribunale, sia nella parte finale di via Dandolo che sulla via Morazzone, che sale verso Biumo, e lungo la via Vetera, che arriva da piazza Beccaria. Sono state un paio d’ore d’attesa per gli operatori del Tribunale e per tutte le persone costrette a rimanere all’esterno prima del “liberi tutti“. Le operazioni di ricerca da parte del personale e dei cani si sono svolte in maniera capillare metro quadrato per metro quadrato, tanto all’interno che all’esterno dell’edificio.

Tra le 12.30 e le 13 è arrivato il “verdetto“: via libera alla ripresa delle attività. Le porte del Tribunale sono state riaperte ai dipendenti e poi agli avvocati e al resto delle persone in attesa.

Le udienze sono così potute riprendere dopo uno stop durato circa due ore. Anche il traffico è tornato a scorrere regolarmente e gli artificieri hanno lasciato piazza Cacciatori delle Alpi.

Il falso allarme è dunque cessato: l’autore della telefonata, se sarà individuato, rischia una denuncia doppia, per procurato allarme e interruzione di pubblico servizio.

Ma il caso di ieri non è il primo di questo tipo che avviene in città: un episodio analogo si era verificato solo pochi mesi fa, in un altro edificio pubblico nel centro di Varese. Era lo scorso 18 ottobre quando un allarme bomba scattò agli uffici di Poste Italiane di viale Milano, di fronte alla stazione Nord.

La telefonata quella volta avvenne di pomeriggio, alle 14.30, e segnalava la presenza di un ordigno all’interno dello stabile.

Anche in quell’occasione fu necessario evacuare completamente la struttura, facendo uscire gli utenti e i dipendenti presenti sul posto. L’intervento degli artificieri aveva poi permesso di verificare l’assenza di bombe, con l’ufficio che potè riaprire al pubblico tre ore dopo il falso allarme.