
Il body builder Daniele Pozzi (Foto Facebook)
Varese, 25 settembre 2019 - Un difetto cardiaco congenito? Un “cortocircuito” causato da una dieta poco equilibrata o dall’utilizzo di integratori non idonei? Sarà l’autopsia disposta dai pm a stabilire cosa abbia causato la morte di Daniele Pozzi, culturista di 23 anni varesino, trovato morto l’altro ieri in un hotel di Padova dopo una gara in cui aveva vinto quattro ori.
A poco più di 24 ore dal suo decesso intanto, sul suo profilo Facebook rimbalzano messaggi di cordoglio, ricordi degli amici ma anche qualche voce polemica. «Lo allenavo solo da quattro settimane, ma girava voce che ci andasse pesante». E, ancora, «è andato avanti a carboidrati zero per tanto tempo e poi prendeva cose che potrebbero avergli fatto male al cuore». Queste le parole pronunciate da Matteo Martinez, il nuovo coach di Pozzi, dopo la scoperta della morte del giovane. Il tecnico assisteva il body builder varesino da poco più di un mese e con le sue dichiarazioni sembra gettare un’ombra sul passato del giovane morto. Anche se, successivamente, Martinez ha parlato di «un ragazzo esuberante conosciuto da troppo poco. Se il medico ha dichiarato la morte naturale l’autopsia ci dirà che problema avesse».
Fino a quando non arriveranno i risultati dell’autopsia, quindi, ci si può lasciare solo a ipotesi, come le tante apparse nei commenti sotto i post e le fotografie di gare e allenamenti con cui Daniele, amante del culto del corpo palestrato e intenzionato a fare del culturismo la sua professione, aveva riempito la sua pagina Facebook. Gli ultimi scatti risalgono proprio ai momenti immediatamente successivi alla gara veneta e lo ritraggono orgoglioso degli allori conquistati, vicino a Martinez. Oggi, chiedono parenti e amici, è il giorno del silenzio e del rispetto. Per la sua famiglia e la compagna. È stata proprio quest’ultima a scoprirlo morto nel letto, al risveglio all’indomani della gara. La giovane ha chiesto immediato aiuto al 118, ma per Pozzi non c’è stato nulla da fare. Negativi gli accertamenti svolti dai carabinieri nella stanza dell’albergo dove il 23enne è stato colto dal malore fatale che gli ha arrestato il cuore: non è stato trovato alcun farmaco. La risposta alle tante domande, quindi, è da cercare nell’autopsia.