Omicidi e messe nere: scarcerato il leader delle Bestie di Satana, Andrea Volpe

Nei boschi di Somma Lombardo la scoperta dei cadaveri. E una scia di sangue che sconvolse l’Italia di inizio millennio

Andrea Volpe nel 2006, scortato in Tribunale a Milano per l’Appello

Andrea Volpe nel 2006, scortato in Tribunale a Milano per l’Appello

Somma Lombardo (Varese), 25 aprile 2020 -  Un incubo fatto di croci rovesciate, sei dipinti sui muri di casolari abbandonati, droga, iniziazioni e omicidi, tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio, la provincia di Varese era associata alle “Bestie di Satana”, un gruppo di giovani che, con il pretesto del satanismo, si è macchiato di efferati delitti. Definito il "leader carismatico" del gruppo Andrea Volpe, oggi 44 anni, è tornato a piede libero dopo 16 anni di carcere. A dare per primo la notizia è stato il settimanale “Giallo”, raccontando che l’uomo è rientrato a casa dove dovrà restare per l’emergenza Coronavirus. Prima satanista, oggi convertito alla chiesa evangelica, Volpe avrà il diritto di rifarsi una vita.

Era il 2004 quando dopo aver avuto un piccolo incidente stradale il giovane di Somma Lombardo fu fermato dai carabinieri insieme alla sua fidanzata, Emanuela Ballarin, poco dopo aver ucciso Mariangela Pezzotta nello chalet di Golasecca, di proprietà della famiglia di lei. Lo stato confusionale di lei e la stranissima condizione in cui i due giovani furono trovati, spinsero i carabinieri coordinati dall’allora procuratore Antonio Pizzi a indagare. Erano già cinque anni che Michele Tollis, padre di Fabio Tollis, sparito da casa sua nel gennaio 1998 insieme a Chiara Marino, girava in lungo e in largo l’Europa alla ricerca di suo figlio, convinto già allora che gli fosse accaduto qualcosa perché mai quel giovane affezionato a mamma e papà avrebbe potuto lasciare la sua famiglia con un tormento simile.

Volpe crollò sotto il peso delle prove e raccontò tutto, la tossicodipendenza avrebbe avuto su di lui un ruolo determinante nelle sue azioni criminali, come ha ribadito più volte. Svelò i nomi di tutti i suoi complici, fino a condurre gli inquirenti nei boschi di Somma Lombardo. Una stretta strada sterrata di campagna da percorrere facendo attenzione a non sfiorare gli alberi, dove di notte chiunque potrebbe perdersi, condusse i carabinieri e i magistrati alla tomba di Fabio Tollis e Chiara Marino. Furono uccisi nei boschi, dove furono attirati con la scusa di "un rito". Ai genitori Fabio disse che andava a mangiare la pizza con gli amici, come ricorda suo padre ancora desso, ventidue anni dopo la sua morte.

Le “Bestie” furono accusate anche di aver istigato al suicidio Andrea Bontade. “Reo” di non aver partecipato al duplice omicidio, fu costretto a schiantarsi con la sua auto contro un muro, nel settembre dello stesso anno. I genitori di altri giovani, che ancora oggi credono che i responsabili delle morti dei loro figli siano o siano stati affiliati al gruppo, sono tanti. Casi rimasti irrisolti, come quello di Doriano Molla, trovato impiccato nel bosco di Cavaria Con Premezzo nel 2000. Quando archiviarono il suo caso la mamma, che mai si era arresa, si tolse la vita. Oggi Andrea Volpe ha il diritto di ricominciare una nuova vita. Per molti sarà difficile dimenticare un passato senza risposte.