Piante tossiche nel lago Maggiore, il documentario: “Le alghe ci renderanno degli zombie?”

La documentarista Andrea Valentina Gussoni, di Gallarate, affronta il problema dell’esplosione delle fioriture di alghe nocive: “Producono biotossine in grado di causare danni neurologici”

La documentarista Andrea Valentina Gussoni

La documentarista Andrea Valentina Gussoni

Anche nel lago Maggiore, come in molti bacini acquiferi, si assiste ad una sempre maggiore diffusione di alghe nocive. A fare luce sul fenomeno è la documentarista Andrea Valentina Gussoni, ambasciatrice italiana della fauna selvatica di Gallarate, che ha pubblicato alcuni giorni fa il suo ultimo reportage. Queste alghe producono biotossine in grado di causare nell’immediato danni neurologici gravi e, secondo recenti studi, la possibile insorgenza di malattie come Sla e Parkinson.

“Le alghe tossiche sono diventate un problema mondiale. Sempre più fiumi, laghi e mari vengono contaminati ogni anno”, spiega Gussoni. “Le principali cause sono due: la prima è l’inquinamento, che trasporta i nutrienti necessari per queste alghe. La seconda è il riscaldamento delle acque: più l’acqua è calda più proliferano e crescono”.

Dopo aver documentato in Sudafrica l’avvelenamento della popolazione locale di otarie che, una volta contaminate, hanno iniziato ad attaccare gli esseri umani, la documentarista si è concentrata sul lago Maggiore. “Queste neurotossine – avverte – si trasmettono da preda a predatore lungo la catena alimentare. Anche il pescato apparentemente sano può nascondere un pericolo mortale. L’aspetto e il sapore non cambiano e le neurotossine sono termostabili, cioè non si possono eliminare né con il congelamento né con la cottura”.

Scongiurare il pericolo

Anche il lago Maggiore potrebbe presto doversi confrontare con il dilagare di questa nuova insidiosa minaccia. Un problema ambientale che rischia di coinvolgere persino l'acqua destinata alle irrigazioni agricole. Una possibile soluzione risiede in una piccola cozza nativa, che da centinaia di anni filtra le acque del nostro lago da tossine e inquinanti. Un ruolo di vitale importanza per l'equilibrio di questo prezioso ecosistema lacustre, condiviso tra Italia e Svizzera.

L'esperta Nicoletta Riccardi, dell’Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Cnr di Pallanza, ci fornisce alcuni dati importanti: “Una sola è in grado di filtrare fino a 40 litri di acqua al giorno. In 20 anni, la durata media della sua vita, può filtrare centinaia di migliaia di litri d'acqua, svolgendo un ruolo insostituibile”.

Eppure oggi è gravemente minacciata: le recenti siccità prolungate, con il prosciugamento di vaste aree litoranee, il ruolo nocivo di altri bivalvi alieni introdotti accidentalmente nel lago e l'assenza di adeguate misure di tutela ne hanno decimato la popolazione. “Risulta essere tra gli animali più a rischio di estinzione al mondo, più del panda o della tigre”.

“Esercito di sentinelle”

Come raccontato nel documentario di Andrea, il Lago Maggiore rischia quindi di perdere il suo prezioso “esercito di sentinelle” in un momento critico, con i cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione delle alghe tossiche. “Ogni singolo esemplare superstite è una speranza di sopravvivenza” afferma Andrea, “Finché ci sono ancora esemplari in vita c'è ancora tempo per intervenire con progetti di tutela e ripopolamento”.

Un compito non semplice, data la complessità del ciclo vitale di questi organismi filtratori che necessitano dell'interazione con specifiche specie ittiche nella delicata fase larvale. Ma un'operazione resa ancora più urgente dagli scenari rappresentati dalle proliferazioni mondiali di alghe tossiche.