ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Detenuto del carcere di Busto Arsizio sferra un pugno in faccia a un agente. Il Sappe: “Adesso basta”

Il segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Donato Capece, propone la riapertura di strutture come Pianosa e l’Asinara per i carcerati responsabili di gravi atti

Un carcere (foto d'archivio)

Un carcere (foto d'archivio)

Busto Arsizio (Varese) – Ancora un’aggressione a un agente di Polizia penitenziaria nel carcere di Busto Arsizio. È accaduto stamattina. Di fronte all’ennesimo episodio di violenza Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) propone la riapertura delle strutture dismesse come Pianosa e l’Asinara destinandole ai detenuti che si rendono responsabili di gravi eventi durante la detenzione.

L’aggressione odierna riaccende l’attenzione sulle condizioni in cui operano gli agenti dentro il carcere, una situazione sulla quale torna a sollecitare interventi il Sappe. “È stata una mattinata di follia – dice il segretario regionale per la Lombardia del sindacato, Alfonso Greco –. Basta, è ora della tolleranza zero!”.

Racconta Greco: "Un detenuto di origine straniera ha aggredito senza alcun motivo un agente scelto della polizia penitenziaria, sferrandogli un pugno al volto. Il collega è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino ed è ancora in attesa di prognosi per una frattura scomposta al volto. Il personale di Polizia Penitenziaria è sempre più stanco delle continue aggressioni e violenze subite e auspica in un celere intervento da parte dell’amministrazione a livello nazionale. Non ci sono più parole per descrivere le gravi condizioni di disagio lavorativo in cui versa la Polizia Penitenziaria”.

Le quotidiane grida d’allarme del Sappe, prosegue il segretario regionale “continuano a rimanere incredibilmente inascoltate dai preposti vertici istituzionali. Queste sono violenze annunciate, commesse in una struttura in cui manca personale, strumenti di difesa individuale come il taser e un regime di sicurezza proporzionato alla tipologia di detenuti di alta pericolosità”.

Sull’episodio interviene anche Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Quello che è accaduto nella Casa circondariale di Busto – dice – testimonia una volta di più l’ingovernabilità delle carceri regionali e la strafottenza e l’arroganza di una parte di popolazione detenuta che anche in carcere continua a delinquere, ad alterare l’ordine e la sicurezza, evidentemente certa dell’impunità”. E propone la riapertura di Pianosa e l’Asinara per restringere in quelle strutture i detenuti che si rendono responsabili di gravi episodi in carcere. “Bisogna intervenire con urgenza da parte del Dap, fa rilevare Capece, per la gestione dei detenuti stranieri e di quelli con problemi psichiatrici.