Accordo Italia-Svizzera: "Trattamento fiscale speciale a lavoratori e Comuni frontalieri"

Le necessità dei centri abitati di confine al centro di un’audizione in Senato a Roma

La dogana

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Varese - Procede l’iter per la ratifica dell’accordo internazionale tra Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri. L’intesa andrà a sostituire gli accordi precedenti che risalgono al 1974. In Senato si è svolta un’audizione presso la Commissione Affari Esteri, con la partecipazione dei Comuni di frontiera e dei sindacati. A commentare l’esito dell’incontro è il senatore varesino del Pd Alessandro Alfieri, che da tempo si sta occupando della questione. "Il confronto è stato positivo – ha detto – molte delle osservazioni presentate sono già contenute nel progetto di legge di ratifica che ha recepito la gran parte delle richieste del territorio, su altre lavoreremo nei prossimi giorni, a partire dell’indennita di disoccupazione".

In rappresentanza dei centri di confine è intervenuto Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa oltre che presidente di Acif, l’Associazione Comuni Italiani di Frontiera. Mastromarino ha illustrato la realtà del suo Comune di seimila abitanti che è diviso dalla Svizzera solo da un fiume. Qui risiedono 1350 frontalieri su un totale di 2700 famiglie: uno ogni due nuclei familiari. La presenza di così tanti lavoratori che tutti i giorni attraversano il confine rende fondamentale per i Comuni di frontiera lo strumento dei ristorni. Il sindaco ha illustrato i tre punti di un memorandum che i Comuni auspicano venga recepito nel nuovo accordo fiscale. "L’extragettito – ha sottolineato Mastromarino – deve essere reinvestito nella fascia dei Comuni di frontiera e deve essere gestito dai Comuni di frontiera che conoscono le problematiche che ci sono sul territorio e possono investire correttamente".

In audizione sono stati sentiti anche i sindacati, sia italiani (Cgil, Cisl e Uil) che svizzeri (Unia e Ocst), che si sono soffermati sulla parte fiscale dell’accordo a tutela dei frontalieri, per poi sollecitare la convocazione di un tavolo interministeriale con l’obiettivo di arrivare a un’ipotesi di Statuto dei lavoratori frontalieri e a un sistema di monitoraggio periodico della situazione.