Azzano Calcio, mister esonerato: bimbi in lacrime

Maurizio Lazzaroni guidava una squadra di pulcini: "Nell’attività di base ci si dovrebbe solo divertire"

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Bergamo –  Dicono che a 10 anni i bambini debbano solo giocare e divertirsi, inseguendo più il pallone che rotola sul campo che il risultato da scrivere sulla bacheca. Dicono che sulla panchina dovrebbero esserci istruttori ed educatori, quelli che ti insegnano i valori dello sport come rispetto e lealtà. Un vero e proprio punto di riferimento, che mai potrà essere un vero allenatore, perché schemi e tattica vengono dopo i “fondamentali“. Ecco perché esonerare il “mister“ di piccoli calciatori fa notizia. Tanto più se ciò avviene nel cuore della stagione. Anche se è una notizia che dà fastidio e genera “pruriti“. Invece la cosa è accaduta veramente nella società Azzano Calcio, dove qualche settimana fa la squadra dei “pulcini“ 2013 si è ritrovata dalla sera alla mattina senza il suo maestro di calcio, “sollevato dall’incarico“ per "decisioni aziendali riconducibili alla rispondenza di determinati requisiti".

Maurizio Lazzaroni, 68 anni, istruttore scuola calcio Coni e Figc e in possesso di patentino Uefa C frequenta da anni i campetti del calcio giovanile. E quella telefonata ricevuta dal nuovo direttore organizzativo della società non gli è mai andata giù: "Aspetto ancora di sentire il presidente, macché... so solo che dal giovedì al venerdì sapere che il mister e il suo vice erano stati liquidati non è stato bello... Del resto potevo anche aspettarmelo, visto che la stessa società poche settimane prima aveva mandato via anche Domenico Moro, ex calciatore professionista dell’Atalanta e responsabili delle giovanili dal 2014".

Lazzaroni è deluso e arrabbiato per la decisione del suo ormai ex presidente Luca Schiavi. Per carità, a casa propria ognuno è libero di far quel che vuole ma tutto ciò è successo in pieno inverno e non a giugno. E quando di mezzo ci sono calciatori di 9 e 10 anni è difficile farsene una ragione. "All’inizio anche i bambini la presero male, il giorno dopo scesero in campo perché fui io a chiedere loro di giocare. Pensi che anche i genitori erano dalla parte mia e di Agostino (il suo “vice“), adesso si sono rassegnati anche loro e vogliono che di questa storia se ne parli poco. Anzi, sono infastiditi. Di sicuro io di spiegazioni ne ho avute poche...".

Già, ma allora perché si è arrivati ad un divorzio così traumatico? Il “mister“ prova a ricostruire. "Perché non vedevo le cose in un certo modo, perché a 68 anni preferisco dire la verità. E vuol sapere quale verità? Un giorno dovevo fare un allenamento dimostrativo ad un dirigente di una società brianzola che era stata affiliata all’Azzano. C’era un programma da seguire, con delle linee guida e ad un certo punto mi fu detto: “Perché non usi la corda singola?“. Risposi dicendo che se in magazzzino c’erano appena 3 corde nonostante le avessi richieste da tempo non potevo fare esercizi singoli. Tutto ciò venne riferito al presidente dicendo che parlavo contro la società ed ero un maleducato, e fui mandato via. Solo per aver detto che mancava del materiale. Del resto avevano il sostituto già pronto".

Ma c’è dell’altro che Lazzaroni ha percepito dalle parole dei suoi dirigenti. "Anche quando è stato mandato via Moro si lamentavano dicendo che c’erano “carenze tecniche“... ma scherziamo? Qui parliamo di bambini il cui obiettivo dovrebbe essere quello di giocare e divertirsi, e invece poi capisci che nell’attivita di base valgono più i titoli che porti a casa...". Sul profilo social del mister restano cristallizzati alcuni commenti che confortano lo sfogo e le ragioni di Lazzaroni: "Quando uno parla di vittorie mancate nelle giovanili fa capire già tutto...", scrive Adriano. E ancora, una mamma: "Il calcio per i bambini dovrebbe essere gioco, spensieratezza, purtroppo si sentono spesso le grida furiose di papà che sgridano il figlio per non aver tirato una palla che aveva tra i piedi...".