Michele Canova Iorfida: "La pandemia mi ha spinto a cambiare"

Michele Canova Iorfida è abituato alle sfide: mette insieme Gianna Nannini e Rosa Chemical e scopre i social

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Milano - Belli e impossibili. Per vincere la scommessa di mettere assieme due irregolari della canzone come Gianna Nannini e Rosa Chemical ci voleva il tocco di un produttore abituato alle sfide come Michele Canova Iorfida. E ci voleva pure la spregiudicatezza di farlo col “marchio” CanovA, sottolineando così l’eccezionalità di un incontro reso possibile da quelle capacità alchimista elettrico a cui hanno attinto nel tempo Tiziano Ferro e Alicia Keys, Jovanotti e Fedez, Eros Ramazzotti, Janet Jackson, Alanis Morissette, Giorgia, Marco Mengoni. Il brano, in radio da oggi, s’intitola “Benedetto l’inferno” e l’ha deciso Gianna, invaghita del refrain “sia benedetto l’inferno, se l’inferno sei tu”. L’idea del video, invece, arriva da Rosa (al secolo Manuel Franco Rocati, 24 anni a fine mese), rifacendosi al mondo horror di Dario Argento. Una clip citazionista come la copertina del singolo, ispirata a “Suspiria”. Per il producer padovano trapiantato a Milano si tratta del secondo colpo di mano, dopo quel “Sorpresa” nato dalla collaborazione con Nayt, in poco più di un mese. A parlarne è Canova Iorfida, o CanovA che dir si voglia, stesso in collegamento dalla sua casa di Los Angeles.

Michele, come definirebbe il “demone nel letto” di “Benedetto l’inferno”? "Una follia. Quello tra la diva del rock Anni Settanta col personaggio più gender fluid del momento è un incontro da non credere. Producendo i suoi dischi, conosco la Nannini da tempo mentre Rosa l’ho incontrato solo lo scorso anno e me ne sono subito innamorato, convinto che l’accoppiamento fra i due, per quanto azzardato, avrebbe potuto fare faville. Lo scorso settembre li ho fatti incontrare nel mio studio di Milano e in cinque ore il pezzo era pronto".

Cosa la spinge a pubblicare brani col suo nome? "Rimanere chiuso un anno e mezzo nel mio studio casalingo qui a Los Angeles, mi ha spinto verso nuove dimensioni. Ho iniziato, ad esempio, a mettermi in gioco sui social molto più di prima creando due occasioni d’incontro settimanali con la gente: uno, il giovedì, a disposizione di chiunque voglia farmi sentire suoi video o sue composizioni, e uno, il martedì, in cui attingo materiali del mio archivio per mostrare praticamente come sono stati prodotti, che so, ‘Con tutto l’amore che ho’ di Jovanotti o ‘La differenza tra me e te’ di Ferro. Spiegare il mestiere che faccio da trent’anni con un piede a Milano e l’altro i California mi piace tantissimo".

Conseguenze? "Questa attività mi ha strappato allo stereotipo del produttore che opera dietro le quinte, lontano da sguardi indiscreti, per dare vita ad un nuovo tipo di rapporto con la gente. Ho pure aperto assieme ad Universal una mia etichetta, la ‘Canova Rec’, così nei panni di autore, produttore e discografico, ora seguo tutta la filiera della mia musica".

Lo scioglimento del gruppo dei Canova le ha spianato la strada, evitando confusioni. "Conosco bene le qualità autorali di Mobrici, anima del quartetto milanese, tant’è che recentemente abbiamo scritto pure un pezzo assieme. È uno veramente bravo".

Che anno sarà per il progetto CanovA? "È da ottobre 2020 che lavoro su questa mia nuova dimensione, scrivendo canzoni, abbozzando idee, sondando possibili artisti da coinvolgere. Di materiale ne avrei già abbastanza per riempire un album, ma preferisco continuare a pubblicare singoli ogni uno-due mesi prima di organizzare tutto in un progetto più complesso".