Ciclone Malika Ayane: "Sento l’energia dei 20 anni"

In redazione al Giorno per raccontare la sua ripartenza, fra concerti, canzoni per un nuovo disco, viaggi, radio e (forse) teatro

La cantante Malika Ayane durante la visita nella nostra redazione

La cantante Malika Ayane durante la visita nella nostra redazione

Milano -  Dice che per dar vita a tutto quello che le gira per la testa dopo due anni di pandemia non basterebbe una Malika, ma ne servirebbero almeno tre. E dallo sguardo sgranato sul mondo di Miss Ayane, in redazione al Giorno per raccontare questa sua ripartenza, capisci che non si tratta solo di una iperbole d’artista.

Malika cosa sta accadendo nella sua vita? "Di tutto, credo. Sto programmando i prossimi passi, quindi tournée, canzoni per un nuovo disco, ma anche viaggi, radio, magari teatro. Sto lavorando pure ad un possibile format televisivo. Mi sento come quando avevo vent’anni e niente da perdere; sola col mio musetto, con la mia voce e con la voglia di fare tanto".

La segnalano nel triangolo Milano, Berlino, Parigi. "Stevie Wonder diceva che per realizzare un buon disco bisogna scrivere una canzone al giorno. Nonostante sia una persona piuttosto disciplinata, non riesco a fare la stessa cosa, così concentro le sessioni di scrittura del nuovo album più o meno ogni bimestre. Io vivo a Milano e Pacifico a Parigi, così a volte ci si vede qui, altre lì, altre ancora a Berlino, dove trascorro l’altra metà della mia vita, perché spesso è l’aria dei posti a fare la differenza".

E qual è l’aria di Berlino? "È l’aria delle infinite possibilità. L’esperienza mi ha insegnato che quando inizi a realizzare un disco lì sai dove cominci, ma quasi mai dove andrai a finire".

Tutto questo ha già prodotto qualcosa? "Sì, è come se fossi riuscita a mettere assieme la Malika del primo disco con quella dell’ultimo, reinventando tutto quello che c’è stato in mezzo".

Intanto c’è il tour. "Partirà a giugno. Oltre che da chitarra, basso, piano e batteria avrò in formazione pure un trombone, perché è molto presente nel mio ultimo album ‘Malifesto’, che finora causa pandemia non ha avuto una sua tournée, e mi sembra giusto ripartire da lì".

A Pechino ha cantato l’inno di Mameli, accompagnata dal violino di Giovanni Andrea Zanon, durante la cerimonia di consegna della Bandiera Olimpica a MilanoCortina 2026. "Non importa quanto tu sia preparato e in che situazione lo stia facendo, quando canti l’inno le gambe ti tremano comunque perché è una cosa talmente più grande di te da farti quasi scomparire; nonostante ti senta microscopica, infatti, sai che stai dando voce ad una nazione, ad un popolo. Il tuo".

Il 20 marzo è scesa in piazza a Roma per la pace. Qual è il ruolo della musica in questo momento? "Penso che il ruolo della musica sia soprattutto quello di consolare, di sostenere le persone. Trovo che una canzone non possa cambiare le cose (se no ‘Imagine’ avrebbe evitato le guerre nel Golfo e un sacco di altre ingiustizie), ma possa consolare e amplificare un pensiero comune aiutando le persone a superare le proprie difficoltà emotive".

Questo s’è visto con la mobilitazione di tutti. "Davanti alla richiesta d’aiuto qui da noi c’è stata una risposta molto, molto, forte, tanto nel reperimento di beni di prima necessità, che nel dare ospitalità ai profughi di guerra. E spero tanto che questo porti finalmente ad un cambio d’atteggiamento anche per quel che riguarda l’accoglienza. Perché in questo momento, purtroppo, non si scappa solo dall’Ucraina".