Centro Don Meschi, trent’anni di cura

La comunità-alloggio dedicata ai malati di Aids ha accolto 242 persone. Supporto psicologico, lotta ai tabù e reinserimento sul lavoro

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"I tempi sono cambiati dal novembre 1992, momento in cui Caritas Ambrosiana apriva, con tante difficoltà e paure da parte di tanti, la comunità a Nibionno. La cooperativa ha creduto in questa “opera segno”, mettendoci tutto il suo impegno verso gli ospiti e verso il territorio": così Renato Ferrario, presidente della cooperativa L’Arcobaleno, racconta i primi trent’anni del Centro “Don Meschi“, la seconda comunità-alloggio dedicata all’accoglienza dei malati di Aids -dopo il centro “Teresa Gabrieli” di Milano - aperta in diocesi da Caritas Ambrosiana, il 27 novembre 1992. In questi trent’anni si è presa cura di 242 persone, dal punto di vista medico ma anche psicologico, cercando un reinserimento nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. Andando oltre i tabù. Perché "inizialmente, le persone affette da Hiv, spesso molto giovani e con legami familiari spezzati, avevano un’alta probabilità di non sopravvivere alla malattia - ricordano dal centro -. L’accoglienza post-ricovero ospedaliero le accompagnava con gli strumenti delle cure palliative sino al momento della morte; ben 53 dei 75 decessi registrati al “Don Meschi” si sono verificati nei primi 10 anni di funzionamento della struttura". Poi la svolta, con l’avvento di farmaci anti-Hiv sempre più potenti e il cambio delle strategie di cura. La casa-alloggio oggi offre accoglienza a persone con multiproblematicità sanitarie e sociali, segnate nel corpo e nella mente da decenni di malattia, invecchiate con l’Hiv o in alcuni casi con diagnosi recenti di infezione, ma con patologia già avanzata. "A distanza di 30 anni vogliamo proporre non solo una celebrazione, ma un’occasione per accendere i riflettori sull’Aids – ricordano dal centro -. Sono migliorate le condizioni di vita di chi contrae il virus, ma i contagi sono sempre tanti, anche nel territorio lecchese"."Bisogna mantenere alta la guardia nei confronti di pregiudizi e forme di stigma sociale sempre possibili e striscianti: i tempi della ghettizzazione dei malati di Aids sono alle spalle, ma non bisogna mai smettere di curare le paure, che hanno sempre ricadute culturali e producono discriminazioni", sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana.

Il centro aperto a Nibionno da Caritas è stato successivamente affidato alla gestione della cooperativa sociale “L’Arcobaleno“ e si è trasferito prima nella casa delle suore di Maria Bambina a Maggianico di Lecco, nel 2016, per poi approdare lo scorso anno a Villa Aldé di Lecco. Sul sito internet e sulla pagina Facebook dell’Arcobaleno saranno proposte testimonianze e iniziative per la campagna “30 di queste storie”. Sabato festa a Villa Aldé, che sarà aperta dalle 11 a operatori, ospiti di ieri e di oggi, famigliari, sostenitori: dopo la Messa celebrata da monsignor Angelo Bazzari verrà inaugurato il murale “Il giardino dell’accoglienza”, ideato e realizzato da ospiti e operatori.