
Il trio rallenta in Italia per poi tornare alla conquista dell’Europa "Il segreto? Quando cantiamo guardiamo le persone negli occhi".
I cinquecento anni di Palazzo Te spingono Il Volo trasferire l’8, 10 e 11 maggio le telecamere del loro fortunatissimo show primaverile su Canale 5 sotto la luna di Mantova. Accade così che “Tutti per Uno - Viaggio nel tempo” dichiari le sue intenzioni già nel sottotitolo, promettendo al pubblico di Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto tre concerti unici impreziositi da uno stuolo di ospiti fra cui Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Arisa, Mario Biondi col violinista Alessandro Quarta, Noemi, Gigi D’Alessio, Antonello Venditti, Malika Ayane, Clara, Brunori Sas, Alessandra Amoroso, Massimo Ranieri, Gaia, The Kolors, Marco Masini, ma anche Beppe Fiorello e Giorgio Panariello.
Il cast promette nuovi incontri e diversi ritorni.
Barone: "Se c’è feeling tra cantanti, non c’è il rischio di ripetersi. Con Mario Biondi, ad esempio, abbiamo cantato ‘Miserere’ due anni fa, mentre Alessandro Quarta ha suonato con noi il violino a Sanremo nella serata delle cover. Pure con Arisa e Fiorella Mannoia abbiamo già cantato. Degli ospiti con cui interagirò io l’unico che non conosco benissimo è Malika Ayane, assieme a cui eseguirò ‘Amandoti’ dei Cccp in una versione molto meno ‘graffiata’ di quella, fortunatissima, fatta a suo tempo da Gianna Nannini. L’abbiamo abbozzata al telefono e m’è sembrata molto buona".
Ginoble: "Pure io mi sono sentito Dario Brunori al telefono e ci siamo divertiti parecchio. Ci siamo trovati sull’idea di omaggiare Battiato. Mi piacerebbe cantarci assieme ‘L’animale’ ma non so se è un pezzo idoneo ad una prima serata su Canale 5".
Boschetto: "Dal canto mio, sto pensando a fare ‘Bohemian Rhapsody’ con The Kolors".
Un sogno rimasto nel cassetto?
Barone: "Duettare con Tom Jones, l’abbiamo conosciuto in un evento televisivo dove interpretava la sua ‘Sex bomb’ con qualche problema di deambulazione, ma un calore e una classe incredibile. Ad 84 anni cosa puoi pretendere di più da un cantante della sua levatura?".
In scaletta, naturalmente, c’è “Capolavoro”, che a Sanremo l’anno scorso s’è classificata 8ª cogliendo il sentimento del pubblico, però, più di “Musica che resta”, 3ª nel 2019.
Ginoble: "Dopo il successo quattro anni prima di ‘Grande amore’, nel 2019 abbiamo provato a ripeterci con qualcosa di molto simile. Sbagliando. Avremmo dovuto fare scelte diverse".
Barone: "Forse ‘Capolavoro’ avrebbe meritato il 3° posto e ‘Musica che resta’ l’8°, ma amen".
Ginoble: "Visto il tipo di cast, nel Sanremo di Amadeus dell’anno scorso non sarebbe potuta andare altrimenti. Basta ricordarsi che nella top ten c’era solo un’altra ballata, quella dell’Amoroso, 9ª. Forse nel Festival di Carlo Conti…".
Per voi questi tre show mantovani sono gli unici nel nostro paese del 2025.
Barone: "Sì, perché quest’anno abbiamo pensato di fermarci un attimo coi concerti in Italia per dedicarci all’Europa, dov’è successo qualcosa di abbastanza inspiegabile: nonostante un tour finito da non molto, c’è stata una richiesta tale da indurci a pianificare a fine autunno un nuovo giro di spettacoli nelle arene. Questo, naturalmente, dopo il Sudamerica, dove ci attende un mesetto di show con debutto il 3 ottobre a Rio de Janeiro".
Ce l’avete un principio d’oro per fare questo mestiere?
Barone: "Forse quello attinto da un’intervista del mio idolo Julio Iglesias: quando canto guardo le persone negli occhi".