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Le ragazze di Calvairate: “In ciabatte a piazzale Cuoco”. Comagatte canta il quartiere e la Loggia fa community

Il quartiere milanese è ricco di sorprese, c’è la rapper che è arrivata in Mauritania. E una pr di quartiere che ha aggregato un gruppo di persone che più diverse davvero non si può

A Calvairate c’è la rapper che dalle case di piazzale Cuoco è arrivata in Mauritania

A Calvairate c’è la rapper che dalle case di piazzale Cuoco è arrivata in Mauritania

Milano, 22 luglio 2025 –  Calvairate, profonda periferia eppure a due chilometri dal Duomo, il quartiere che ha dato i natali all’etoile Carla Fracci e oggi canta il rap più inca**ato.

Ha una storia lunga Calvairate, lunga e interessante, già a partire dai confini non così definiti: viale Molise, piazzale Cuoco, piazzale Martini e piazza Insubria, pop a voler essere gentili, che poi sfociano nella borghese viale Friuli, Cadore, Maestri Capionesi. "Eppure c’è ancora chi pensa che Calvairate sia in Brianza", ride Annalisa Turoni, per tutti “la Pisa“, presidente della Loggia di Calvairate, pr per vocazione, un lavoro nella comunicazione e come si definisce lei “con il dna della Milano da bere dentro“.

"La Loggia ci ha aiutato a dare una identità a questo “luogo“. Calvairate esiste, c’è un senso di comunità - dice la Pisa - orgogliosa, insieme agli altri dell’associazione di avere gettato un seme che ha dato frutti. La Loggia, quella delle colazioni in pigiama, delle serate in ciabatte, delle feste all’ex Macello e dello "stai calva". Non solo ovviamente.

Ma poi, che c’è di male nell’aspetto ludico di una associazione? "Sono milanese, sono nata qui - dice la Pisa - ho vissuto nelle case popolari e abito ancora nella stessa zona. Di Calvairate conosco tutto. La Loggia è nata circa dodici anni fa da un esigenza di aggregazione. Lo zoccolo duro è formato da un gruppetto di diversamente giovani (ride) in realtà siamo tra i 40 e i 50, siamo la generazione che forse ha più bisogno di spazi e momenti associativi. E a noi si uniscono persone di ogni estrazione sociale e di ogni età". E ancora: "Con l’associazione abbiamo voluto un po’ scardinare l’idea di un quartiere dormitorio. Ricordo da ragazzina che si andava sempre da altre parti, poi prendevi la 90 e tornavi qui dove non c’era niente. E allora noi di quella generazione ci siamo detti, ma qui all’angolo c’è un bar perché non ci troviamo lì e abbiamo iniziato a fare aperitivi estesi in cui comunque arrivava l’amico dell’amico, il cugino, il vicino di casa, quello che nel frattempo ti raccontava “io suono in una band“, quello che cerca la baby sitter. È così che siamo cresciuti e il quartiere con noi è diventato comunità.

E poi c’è chi la canta questa Calvairate e l’ha resa a suo modo celebre. È la rapper Serena Spadavecchia in arte Comagatte, il soprannome che le aveva dato la nonna da piccola, lei racconta “le ragazze di Calvairate“ e canta: "la bella magra, la bella curva, la bella truccata e quella col burka..giro in ciabatte a piazzale Cuoco, Salam aleikum quando entro in negozio niente radio, c’è il Corano nel sottofondo".

Sono nata a Molfetta e mi sono trasferita a Milano nel 2017, qui nel quartiere, racconta, mi sono sentita subito a casa. Qui sono “cresciuta“ umanamente e professionalmente. Ho trovato gli amici, ho ritrovato l’amore, ho ritrovato il cuore del sud che mi mancava. Nel cortile di piazzale Cuoco in cui abito è bello vedere tutti insieme, le famiglia romene, le arabe, le italiane cantare e ballare. “Le ragazze di Calvairate“ l’ho scritto sul tram 90, è lì che ho cominciato ad osservare le persone, studiavo le donne e mi sono meravigliata di quanto è bella la diversità in una unica comunità. Oggi il mio rap lo porto in giro per l’Europa e non solo sono arrivata fino alla Mauritania, a Nouakchott, con un concerto che porto nel cuore e nella musica c’è anche un bel po’ di Calvairate.