
Gianni Tarabini del «La Preséf», agriturismo «La Fiorida»
Sondrio, 26 febbraio 2017 - Nessun dogma. Se c’è un settore dove la caducità è sempre in agguato e le fortune di oggi possono essere le sfortune di domani, è esattamente quello della ristorazione. Ma insomma, se tanti indizi fanno una prova, i giudizi unanimi (o quasi) delle maggiori guide gastronomiche in circolazione sono comunque degli ottimi indicatori di qualità per gli appassionati di turismo gourmet. E allora eccola la mappa aggiornata della cucina d’autore lungo le valli dell’Adda e del Mera. Con tanto di star e chef emergenti, locali blasonati ma anche trattorie dove per mangiare bene non è necessario svenarsi.
Intanto una costante: i quattro moschettieri della Michelin 2017 sono sempre loro, gli stellati Stefano Masanti de «Il Cantinone» di Madesimo, Andrea Tonola del «Lanterna Verde» di Villa di Chiavenna, Gianni Tarabini del «La Preséf», agriturismo La Fiorida di Mantello e Antonio Borruso dell’Umami, Hotel Eden, di Bormio. Una leadership confermata anche dalla nuova Guida Espresso, ma anche dall’ultima edizione della Gambero Rosso che assegna al medesimo quartetto i punteggi più alti della provincia di Sondrio, aggiungendo altri due indirizzi (con i loro cuochi) di assoluto valore: il Cantarana di Chiuro («baluardo della tradizione valtellinese, con un tocco di contemporaneità»), e il Crotasc di Mese, locale storico (dal 1928), con «la cucina – testuale – che affonda le radici nel territorio».
Piuttosto avaro di gratificazioni il «Taccuino dei ristoranti d’Italia» a firma di Marco Gatti e Paolo Massobrio, che fa una lunga serie di segnalazioni di trattorie di qualità ma che assegna l’ambita Corona Radiosa solo a due indirizzi considerati meritevoli: l’enoteca più alta d’Italia, che è quella dell’albergo della Posta a Madesimo, presentata con un incipit decisamente invitante («preparatevi a rimanere a bocca aperta») e il «Lanterna Verde» di Villa di Chiavenna, anch’esso annunciato con tanto di enfasi («Una delle esperienze più romantiche e gustose che vi possa capitare di fare»).
Interessante la guida Osterie d’Italia 2017 di Slow Food, edizione decisamente più generosa con la Valtellina. Ben 4 le segnalazioni, motivate e raccontate. C’è l’Altavilla di Bianzone, apprezzata per l’incontro tra tradizione, cultura e passione per il territorio. C’è Al Filò di Bormio con la buona cucina firmata da Max Tusetti. C’è Trippi, a Montagna in Valtellina, alle porte di Sondrio, con i suoi piatti «rispettosi della tradizione» ma anche innovativi. E c’è l’Osteria del Crotto che riceve i complimenti per l’attenzione alla stagionalità e la selezione delle eccellenze locali. Infine, la nuova guida Le Buone Tavole firmata dall’Accademia Italiana della Cucina, vera istituzione nazionale che in Valtellina accende i riflettori su tre ristoranti dove regnano cortesia, giusto prezzo e qualità: il Malenco di Chiesa Valmalenco, la Locanda di Giovanna a Mazzo di Valtellina e «1862 La Posta», gioiello di quel monumento dell’ospitalità che è e resta l’albergo sondriese di piazza Garibaldi.
Sullo sfondo dell’editoria gastronomica 2017, i volti del grandi chef come Tarabini e Borruso, ma anche una maggiore attenzione al collegamento tra il piatto e il conto finale. Peraltro evocato anche dall’autorevole Michelin nella sua più recente veste grafica con l’assegnazione di 2 importanti riconoscimenti (i famosi Bib Gourmand) per altrettanti ristoranti che rivelano il migliore rapporto qualità/prezzo: per la precisione, Fracia di Teglio e nuovamente l’Osteria del Crotto di Morbegno. Un piccolo trionfo!