La Valtellina conquista Reggio Emilia: il gruppo Pini di Grosotto acquisisce Ferrarini

Il marchio sondriese (nel 2022 fatturato di 1,8 miliardi) rileva lo storico salumificio reggiano in concordato preventivo dall’estate 2018

Un dipendente della Ferrarini: l’azienda reggiana era in concordato preventivo dal 2018

Un dipendente della Ferrarini: l’azienda reggiana era in concordato preventivo dal 2018

Grosotto (Sondrio) – Il Gruppo Pini acquista la prestigiosa Ferrarini di Reggio Emilia e fa un grosso balzo in avanti nel settore delle carni. Colpo sul mercato industriale per il gruppo fondato nel 1982 a Grosotto, in provincia di Sondrio, uno dei leader nella produzione di bresaola e uno dei leader assoluti in Europa per quel che riguarda la macellazione suina, che, insieme alla partecipata statale Amco, è riuscito a rilevare la storica Ferrarini, azienda di salumi in concordato preventivo dall’estate del 2018 dopo aver accumulato debiti per 286 milioni di euro.

Il tribunale di Reggio Emilia, infatti, ha approvato nei giorni scorsi l’omologa del concordato preventivo per il Gruppo Ferrarini. A ribadirlo è stata la sentenza del collegio di giudici (presidente Francesco Parisoli, a latere Simona Boiardi e Niccolò Stanzani Maserati) che ha messo la parola fine a un concordato durato alcuni anni. Il marchio Ferrarini resterà, ma dopo quasi 70 anni si chiude un’era perché non ci sarà più un componente della famiglia fondatrice alla guida dell’azienda. È imminente la nomina di un nuovo Cda. Tolti i 90 milioni per i creditori privilegiati, tra cui i dipendenti che avevano tre mesi di stipendi arretrati durante il terremoto economico del 2018 che ha portato un buco complessivo di 286 milioni di euro, di fatto è stato confermato l’intero quadro approvato col 72% delle preferenze all’adunanza dello scorso ottobre.

In totale, tra privilegiati e chirografari, il piano prevede un esborso di quasi 160 milioni di euro. Tra i creditori c’era la stessa Pini (rimborsata al 25%) che ha continuato a garantire liquidità a un’azienda che nonostante la procedura ha prodotto utili (circa tre milioni nel 2022 e 120 milioni di ricavi) e che ha promesso, elemento decisivo sul fronte emiliano, un investimento di rilancio per un nuovo stabilimento da 70 milioni di euro e assunzioni di 400 dipendenti.

Ferrarini, tramite una nota, ha espresso "soddisfazione per l’approvazione dell’omologa". La Holding valtellinese è una potenza che opera tra Italia, Spagna (nel 2019 ha costruito in Aragona il più grande macello d’Europa con una capacità di 150mila suini) e Ungheria, occupando 3.500 dipendenti, e che nel 2022 ha generato un fatturato di 1,8 miliardi di euro. La proposta di Pini prevederebbe tra l’altro, come si diceva, un investimento vicino ai 70 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo stabilimento a Reggio Emilia - dopo aver acquistato Villa Corbelli, ovvero il quartier generale di Ferrarini, nel dicembre 2021 per 2,7 milioni di euro - e quindi con esso l’occupazione di quattrocento/cinquecento nuovi dipendenti.