Bresaola Igp della Valtellina, consumi in picchiata: prezzi alle stelle ed effetto vegan

Secondo una ricerca il salume tradizionale valtellinese piace ancora molto ma viene percepito come troppo caro

Mario Moro, presidente Consorzio tutela bresaola della Valtellina

Mario Moro, presidente Consorzio tutela bresaola della Valtellina

Sondrio – Tra inflazione e spending review i consumatori sono orientati a consumare i salumi meno costosi. E a rimetterci è la bresaola, una delle eccellenze valtellinesi. Secondo un’indagine della Doxa, “Gli italiani e la bresaola della Valtellina IGP”, è scesa dal terzo al quinto posto tra i salumi preferiti perché il suo prezzo è troppo alto per le tasche di un italiano su due. E questo mentre il mondo dei salumi è in gran salute e conquista anche i mercati esteri. E allora, cosa succede alla bresaola? Perché la bresaola IGP della Valtellina è passata dal terzo a quinto posto dietro a prosciutto crudo, prosciutto cotto, salame e mortadella?

“La flessione nei consumi – come ci ha comunicato il Consorzio di Tutela Bresaola di Valtellina – è del 14% solo nel marzo 2023 ma ormai da mesi si parla di perdita a due cifre. Il prezzo è la ragione principale di questa riduzione dei consumi. Un italiano su due afferma che il salume tipico certificato oggi costa troppo per le proprie disponibilità economiche, soprattutto a confronto con altri salumi. Per il 43% degli intervistati la scelta sugli altri salumi, più economici, è legata al miglior rapporto qualità/prezzo. Mentre per soli due italiani su dieci la disaffezione va cercata nel cambiamento dello stile di vita (vegetariani/vegani) o in scelte etiche”.

Ma questo non vuol dire che sia cambiata la percezione positiva del prodotto. “La Bresaola della Valtellina IGP conserva, e forse accresce, il proprio fascino: tra i motivi del consumo, a pari merito si piazzano proprio la praticità/velocità di preparazione (51%) e il suo essere leggera e proteica con un buon rapporto qualità/quantità proteine/prezzo (50%) a cui fa seguito il suo essere sinonimo dell’eccellenza Made in Italy, garantita da una certificazione IGP (37%).

Agli italiani è chiaro che la bresaola della Valtellina IGP ha un profilo nutrizionale invidiabile. E per 8 italiani su 10 vince la bresaola IGP che acquisisce ancora maggior valore per il consumatore. Oggi la bresaola della Valtellina IGP è il salume preferito per 3 italiani su 10 (30%) soprattutto per i Millennials (35%) e interrogati sulla frequenza di consumo della bresaola della Valtellina IGP, più della metà degli italiani (53%) la mangia almeno una volta alla settimana (tra questi, 2 su 5 la mangiano più volte a settimana). Mentre quasi 1 italiano su 2 (47%) la consuma meno di una volta a settimana.

“Sono calati i consumi ma l’immagine della Bresaola della Valtellina IGP resta alta – commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – . C’è dunque da sperare che nei prossimi mesi la tendenza possa essere invertita, proprio perché il passaggio a prodotti percepiti come meno salutari, alla lunga, può diventare un problema per il consumatore. Lo diciamo da mesi: spendere qualcosa in più per un prodotto di qualità diventa una scelta vincente, anche se complessa per l’economia familiare. Ed è forse arrivato il momento di ragionare attentamente, anche con la GDO, sul ruolo di rilancio dei consumi, che potrebbe avere una rinnovata attenzione alle politiche promozionali. Il fattore prezzo frena un consumatore affezionato della Bresaola della Valtellina IGP. E va anche detto, con forza, ai sempre più numerosi “protein lovers” che il nostro salume tipico è la scelta più pratica e salutare per portare le proteine in tavola”.