A Caiolo c'è un'azienda che riesce a spostare le torri del Cinquecento

La storia della Dema Costruzioni guidata dall'ingegnere Klaus Pini

Tecnici della Dema Costruzioni al lavoro (Anp)

Tecnici della Dema Costruzioni al lavoro (Anp)

Caiolo (Sondrio), 24 settembre 2018 - Lo hanno ribattezzato «l’uomo che sposta le torri» per l’intervento effettuato a Palo del Colle, in provincia di Bari, che ha permesso di evitare l’abbattimento di una torre cinquecentesca, la Torre di San Vincenzo, per la realizzazione di una strada. C’è la firma di Klaus Pini (nella foto), ingegnere sondriese di 39 anni, socio amministratore della Cp Technology di Cinisello Balsamo e alla guida della ditta Dema costruzioni di Caiolo, entrambe coinvolte nell’intervento, nello spostamento della torre per far spazio al raddoppio della superstrada 96 che collega Bari a Matera. Un intervento innovativo, primo caso in Italia, che ha permesso di salvare l’antico manufatto. 

Come è nata l’idea di spostare la Torre di San Vincenzo? 

«Il tracciato della nuova arteria viaria passa esattamente nel punto in cui si trovava l’antico manufatto, alto 12 metri e del peso di 700 tonnellate. E così Anas, anziché optare per la modifica del tracciato, ha proposto il “trasloco” della torre, visto che si tratta di una costruzione dal grande valore storico che andava preservata. La proposta è stata poi accolta dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Bari». 

Quanto ha lavorato all’ambizioso progetto? 

«Lo studio per la movimentazione del reperto è cominciato un anno prima. È un bene di valenza storica, è stata posta particolare attenzione al problema relativo alle sollecitazioni indotte. Un’altra problematica da tenere in conto era che non si poteva immaginare come la torre reagisse. Abbiamo studiato i meccanismi necessari a sollevamento e traslazione della torre, poi abbiamo sperato che tutto andasse bene».   

In cosa è consistito l’innovativo intervento? 

«Prima la torre è stata “ingabbiata”, cioè protetta con paratie in legno all’interno delle quali è stata versata della sabbia per evitare vibrazioni. Quindi è stata realizzata una soletta sotto il manufatto, rinforzata con cavi. La soletta e l’antica struttura sono state sollevate e posizionate su binari e poi spinte per 30 metri con un sistema oleo-dinamico progettato appositamente per questo intervento speciale. Infine la torre è stata adagiata nella sua nuova sede». 

Missione compiuta, cosa le rimane di questo progetto e quali altre sfide la attendono? 

«Siamo davvero orgogliosi che il committente abbia scelto le nostre due imprese per portare a termine lo spostamento della torre. È stato un lavoro di squadra, il successo è stato reso possibile grazie all’incredibile team della Cp Technology e della Dema Costruzioni. Importante anche il fatto che la Sovrintendenza ai Beni Archeologici abbia riposto fiducia in noi. Il nostro lavoro prevede sempre nuove sfide. Abbiamo lavorato anche in Algeria, realizzato un albergo come un ponte con una campata di 60 metri, e coordinato l’intervento di stabilizzazione del grattacielo Isozaki di Milano contro le azioni del vento. E recentemente siamo stati chiamati per interventi in Sudafrica e in Norvegia».