FEDERICA PACELLA
Cronaca

Un’offerta per la Caffaro Bonifica appesa a un filo

Chiusi i termini per la presentazione delle proposte per la messa in sicurezza. Fino alla firma del contratto da 70 milioni può ancora succedere di tutto

di Federica Pacella

Chiusi i termini per la presentazione delle offerte per la bonifica e messa in sicurezza del sito industriale del Sin Caffaro: ora la bonifica è appesa al “filo“ dell’unica offerta arrivata in risposta alla gara europea da 70 milioni di euro. Vista la complessità dei lavori ed il periodo non proprio felice per i rialzi dei costi di materie prime ed energia, non ci si aspettava una pioggia di offerte, ma si sperava certamente che ne arrivasse qualcuna in più.

Inizialmente il termine era stato fissato al 9 maggio, ma era stato poi prorogato al 6 giugno per consentire, a tutti gli operatori interessati, piena conoscenza di tutte le puntuali informazioni che la struttura commissariale aveva dovuto fornire a seguito di specifiche richieste pervenute, nonché a esplicite istanze di proroga avanzate da alcuni soggetti. Se dall’esame dell’offerta, che si apre oggi dovesse risultare qualche incompatibilità o inadeguatezza rispetto ai criteri richiesti, non ci sarà, infatti, un secondo o un terzo candidato da mettere in pista, per cui si dovrà ricominciare da capo. "La comparazione è sempre un elemento arricchente – spiega il commissario del Sin Mario Nova – ma d’altra parte non possiamo far altro che rispettare le norme, che ci dicono che, indipendentemente dal numero di offerte ricevuto, bisogna attivarsi con la valutazione dell’offerta. Non ci si aspettava un numero elevato di partecipanti, sicuramente la dinamica dei costi di questo periodo ha reso impegnativo partecipare a una gara già complessa come questa".

Fino all’apertura dell’offerta, prevista per oggi, c’è il massimo riserbo sui nomi della rete temporanea di imprese che ha presentato l’offerta. Nonostante non ci siano altri candidati, non può neanche dirsi del tutto scongiurato il rischio di ricorsi. Se, invece, tutto dovesse filar liscio, i tempi per l’avvio dei lavori potrebbero essere quelli previsti dal cronoprogramma, ovvero l’inizio del 2023 per la bonifica e messa in sicurezza dei circa 11 ettari contaminati dai veleni della Caffaro (ci vorranno almeno 5 anni di lavori e 10 anni per poter destinare l’area a parco pubblico). Il prossimo mese sarà dedicato all’analisi della documentazione prodotta e per eventuali richieste di integrazioni. "Se l’offerta è adeguata, da settembre si potrebbe aprire la fase di sottoscrizione del contratto". Nel frattempo, il progetto per la barriera idraulica che Caffaro Brescia in liquidazione (non responsabile dell’inquinamento storico) deve realizzare in accordo con ministero dell’Ambiente e Procura di Brescia è in fase di definizione.